Lo schiaffo di Salvini e Meloni. Ma Forza Italia sta con l'Europa

La leader FdI: "Bene Varsavia". Il segretario leghista: "Stop ai clandestini, l'Italia che fa?". Tajani: "I trattati sono sacri"

Lo schiaffo di Salvini e Meloni. Ma Forza Italia sta con l'Europa

La sentenza del cosiddetto «Tribunale Costituzionale» polacco, organismo già dichiarato «illegale» dall'Europa perchè illegittimamente messo sotto il controllo governativo, eccita i sovranisti nostrani.

Da Fratelli d'Italia e dalla Lega parte un entusiastico coro di plauso per lo strappo, da cui invece Forza Italia prende aspramente le distanze: «Il principio accettato da tutti i Paesi è che il diritto comunitario prevale su quello nazionale - dice Antonio Tajani - Il governo polacco ha torto: non è una questione di destra o sinistra ma di diritto, di principio, di rispetto dei Trattati sottoscritti. Se poi Varsavia vuole uscire dall'Unione è un altro discorso». Ma Varsavia, ovviamente, non vuole uscire dall'Unione: vuole continuare ad approfittare degli ingenti fondi che l'Europa le versa, senza rispettarne però le regole sullo stato di diritto.

La faglia tra europeisti e nazionalisti torna a dividere il centrodestra e tutta la politica italiana, maggioranza inclusa. Il segretario dem Enrico Letta è durissimo: «La notizia è che la Polonia, oggi, attacca alle fondamenta la struttura giuridica della costituzione Ue. Il sovranismo antieuropeo non è solo slogan e folklore, ma è un ritorno indietro, sbagliato e pericoloso, che va combattuto».

Subito lo attacca Giorgia Meloni, appassionata alleata in Europa del governo autoritario polacco come di quello ungherese: «Il segretario del Pd grida allo scandalo perchè la Corte costituzionale polacca rivendica la supremazia dell'ordinamento interno rispetto a quello Ue. Dimentica però - aggiunge con sprezzo del pericolo - che è esattamente quanto fatto più volte dalla Germania della Merkel. Per il Pd, partito asservito all'asse franco-tedesco, Francia e Germania dettano le regole e fanno quello che vogliono, e gli altri obbediscono in silenzio».

Letta replica prontamente, cercando di spiegare a Meloni che la sentenza di Karlsruhe, che riguardava solo il Quantative Easing della Bce (pronuncia peraltro poi smentita praticamente all'unanimità dallo stesso Parlamento tedesco), c'entra come i cavoli a merenda con il colpo di mano polacco: «Sono due cose diversissime. La sentenza di Varsavia difesa da Meloni con Orban e Le Pen, è di principio, generale e dalle conseguenze gravi, a differenza di quella tedesca rimasta senza seguito». Ma la complessità, si sa, non piace ai sovranisti. Così anche il leghista Claudio Borghi si scuote dalla malinconia post-voto e annuncia che «la Polonia ha affermato in modo sacrosanto che il suo diritto deve prevalere, e questo era un punto programmatico sia del centrodestra (capito amici di FI?) che di M5s».

I grillini però sono nel frattempo diventati fervidi europeisti, e Giuseppe Conte dice che «si tratta di un precedente grave, che rischia di minare la struttura della Ue».

Matteo Salvini sorvola sulla questione, lasciando che siano i suoi europarlamentari a osannare Varsavia, ma si fionda su un altra polemica: quella suscitata dai Paesi che vorrebbero fondi Ue per alzare muraglie anti-immigrati, una sorta

di vallo che separi a sudest l'Europa dal resto del mondo: «Se ben dodici paesi europei con governi di ogni colore chiedono di bloccare l'immigrazione clandestina con ogni mezzo necessario, così sia. L'Italia che dice?».

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