Manca ancora poco più di una settimana, ma le polemiche per le celebrazioni del 25 aprile già incombono sull'esecutivo. Ad aprire il fuoco di fila, dopo l'annuncio della sindaca di Marzabotto di non invitare i presidenti di Senato e Camera né la premier, anche l'Anpi e la segretaria Dem Elly Schlein. Quest'ultima, in tour in toscana per la campagna elettorale, ha approfittato del calendario e della location per polemizzare con l'esecutivo. «Alla vigilia del 25 aprile lo dico a questo governo, non permetteremo a nessuno di riscrivere la storia antifascista di questo Paese», spiega Schlein, che poi insiste: «Lo faccio con un pensiero commosso ai nostri nonni che in questa terra, con le nostre nonne, hanno fatto una vera resistenza al fascismo, alla privazione della libertà, alla privazione di futuro che quel passato purtroppo ha causato, e che qualcuno oggi cerca di rispolverare facendo negazionismo di quanto accaduto». E poche ore dopo, a Pisa, è tornata a calcare sugli stessi temi: «Continueremo a mobilitarci anche dichiarandoci apertamente e convintamente antifascisti. Bisogna dirlo di questi tempi perché purtroppo c'è chi ha giurato sulla Costituzione che è antifascista e non lo dice». Anche l'associazione partigiani si era portata avanti sulla scadenza, con l'Anpi milanese che già lo scorso primo aprile aveva annunciato che per il 78° anniversario della Liberazione, in piazza Duomo, non avrebbe invitato il presidente del Senato La Russa, per aver definito l'attentato di via Rasella «pagina non tra le più nobili» della Resistenza. Anche il presidente dell'Anpi nazionale, Gianfranco Pagliarulo, venerdì è sceso in campo nelle schermaglie. Lo ha fatto per schierarsi al fianco di Valentina Cuppi, ex presidente Pd e sindaca di Marzabotto, che aveva escluso la presenza di La Russa, Fontana e Meloni sul luogo dell'eccidio: «Non ci sarà mai posto sul palco di Monte Sole per persone che hanno preso posizioni discriminatorie o che hanno manifestato nostalgia per il fascismo, perché celebriamo appunto la liberazione dal nazifascismo». Una scelta, quella di Cuppi, condivisa dal numero uno dell'Anpi: «La scelta della sindaca di Marzabotto è giustissima e va sostenuta».
Anche la Rete degli Studenti Medi e l'Unione degli Universitari, in vista del 25 aprile, hanno scritto alla premier Meloni e ai ministri di Scuola e Università chiedendo di «mettere in luce la violenza dei gruppi neofascisti nei luoghi del sapere», e sostenendo la necessità che «scuole e atenei siano presidi antifascisti». Insieme alla lettera, un delegato della «Rete» prende di mira «le gravi ambiguità dei partiti di governo», e sostiene che certe prese di posizione «rispondono ad uno schema politico chiaro, che tenta di cancellare le responsabilità del fascismo dalle stragi di ieri e dallo squadrismo di oggi».
Il tutto mentre a Ravenna la polemica si infiamma per motivi diversi con lo scontro tra la locale comunità ucraina, che aveva chiesto di celebrare insieme il 25 aprile, e la consulta provinciale antifascista, contraria per la presenza, tra i combattenti ucraini, di «forze politiche e militari come il battaglione Azov e altre che si richiamano al nazismo». Per gli ucraini di Ravenna, un'osservazione basata sulle «stesse menzogne della propaganda russa».
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