È bastata qualche indiscrezione di stampa per poter ammirare nuovamente lo spirito spocchiosamente giustizialista del Movimento 5 Stelle. In mattina è circolata la voce dell'indagine per cessione e detenzione di stupefacenti che riguarderebbe Luca Morisi, ex guru della comunicazione social di Matteo Salvini. Quale occasione migliore per sfoggiare ancora una volta quell'animo anti-garantista che in questi anni ha segnato i grillini?
Ed ecco che sono fioccate puntuali le reazioni social, anche con un tocco ironico. Come se la vicenda fosse un buon motivo per esultare. Ma d'altronde basta poco per rendere entusiasti coloro che, a distanza di una settimana dalle elezioni Amministrative, temono un'umiliazione alle urne. Dunque è umanamente comprensibile la strategia d'attacco del M5S, che non ha perso tempo per cannonare la Lega per avere miseri minuti di notorietà. Un momento goliardico che tra qualche giorno potrebbe essere smorzato da una semplice realtà di fatto: una sonora bocciatura ai danni dei 5 Stelle.
I giustizialisti 5S
A guidare il fronte dei grillini è l'immancabile Danilo Toninelli, che sul proprio profilo Facebook ha provato a fare anche lo spiritoso: "Allora era vero che la propaganda social di Salvini aveva qualcosa di 'stupefacente'". Il senatore giallo ha poi aggiunto: "Scherzi a parte, speriamo che ora la Lega, dopo questo fatto imbarazzante, cambi idea e appoggi il referendum sulla legalizzazione della cannabis". Eh già, come dimenticare un tema così prioritario in tempi di pandemia.
"Chi citofonerà a casa di Salvini? Scagli la prima pietra chi è senza peccato", si è affrettata a scrivere Fabiana Dadone. Il ministro per le Politiche giovanili non ha fatto mancare pesanti considerazioni personali verso Morisi, accusato di aver "fatto del perbenismo provocazione, dell'aggressione digitale mestiere". Il suo problema, sostiene la Dadone, "è l'ambivalenza, come quella di molti personaggi a destra".
Critico pure Carlo Sibilia, sottosegretario al ministero dell'Interno: "Oggi più che mai giova ribadire che il 'problema droga' è un argomento serio, che va trattato allo stesso modo sia che si tratti di amici che 'commettono errori' sia di persone a cui si va a citofonare". Ci sono anche grillini che sui social hanno pubblicato meme e fotomontaggi, ricordando la citofonata di Salvini al quartire pilastro di Bologna.
Strano che i commenti al veleno del caso arrivino proprio da chi si risente quotidianamente per alcuni titolo di giornali e per determinati editoriali. Proprio loro che, quando Virginia Raggi era accusata di falso documentale in relazione alla nomina di Renato Marra, agitavano la bacchetta del garantismo: "È innocente fino a prova contraria". Avevano messo da subito le mani avanti. Forse hanno già dimenticato e, non a caso, da stamattina sono passati immediatamente all'attacco.
La reazione di Renzi
Decisamente più pacata e meno aggressiva è la reazione di Matteo Renzi, che ha invitato a dimostrarsi "diversi da chi sparge odio sui social" e dunque a essere rispettosi "della persona umana e della civiltà della politica". Luca Morisi infatti pochi giorni fa ha lasciato il ruolo di social media manager, spiegando che alla base della sua scelta vi sono questioni di tipo familiare. Adesso arriva una grana giudiziaria, anche se lui stesso ha voluto chiarire: "Non ho commesso alcun reato ma la vicenda personale che mi riguarda rappresenta una grave caduta come uomo".
L'intervento di Salvini
Preferisce non entrare nelle vicende personali Matteo Salvini, che per rispetto non si è dunque espresso. "Se dovessi commentare le vicende private e personali di casa Grillo, saremmo ancora qua a parlare", ha però aggiunto il leader della Lega.
Che in mattinata ha parlato così: "Quando un amico sbaglia e commette un errore che non ti aspetti, e Luca ha fatto male a se stesso più che ad altri, prima ti arrabbi con lui, e di brutto. Ma poi gli allunghi la mano, per aiutarlo a rialzarsi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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