A una manciata di giorni dalla ripresa dell'anno scolastico ci sono 400mila studenti che non hanno un'aula per seguire le lezioni. L'allarme per la carenza di spazi, in vista della divisione delle classi in piccoli gruppi, era stato lanciato dai presidi settimane fa e ora che il conto alla rovescia si accorcia e i tempi sono sempre più stretti l'Associazione Nazionale Presidi ha fornito i primi dati. Per rispettare le raccomandazioni del Comitato Tecnico Scientifico che prevedono la distanza «statica» di almeno un metro si rende necessario reperire spazi alternativi possibilmente all'interno degli stessi istituti ma se necessario anche fuori.
Nelle scorse settimane i dirigenti ed il personale scolastico metro alla mano hanno cercato di stimare il fabbisogno, per conciliare il numero degli studenti con le misure di sicurezza. Conclusione? Ieri hanno reso noto che sarebbero circa 20mila le classi che al momento non hanno posto sufficiente all'interno degli istituti e per le quali si devono trovare spazi alternativi entro l'inizio del prossimo anno scolastico fissato per il 14 settembre. Anche prima per alcune regioni: a Bolzano hanno deciso di anticipare al 7 settembre mentre in Sardegna hanno posticipato al 22 per allungare la stagione turistica.
Mario Rusconi, presidente dell'Anp Lazio calcola che nel 30 per cento degli istituti superiori non si riuscirà «a mantenere il distanziamento previsto dal protocollo di sicurezza e quindi serviranno spazi esterni. A Milano per esempio stanno organizzando mega-container dove fare le lezioni». Il ricorso alla didattica a distanza sembra inevitabile. «In una classe di 27 alunni, una ventina faranno lezione in classe e 5 a rotazione faranno lezione a distanza da casa», ipotizza Rusconi.
La carenza è distribuita in modo disomogeneo lungo tutta la penisola ma i problemi maggiori si registrano nelle grandi città. Il presidente Anp, Antonello Giannelli , garantisce: «riporteremo tutti gli alunni in classe». Ma sarà possibile reperire questi spazi alternativi in tempo?
«Prevediamo presto la pubblicazione di avvisi pubblici nei comuni, per il reperimento di spazi dove poter allestire le aule per ospitare le classi che dovranno fare lezioni nei luoghi alternativi al proprio istituto», annuncia Cristina Giachi, responsabile Scuola dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci).
Quali saranno questi spazi alternativi? Nel protocollo sicurezza siglato dal ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina con i sindacati si ipotizzavano musei e biblioteche. Ora si parla pure di appartamenti singoli e alberghi. «Gli avvisi pubblici, in quanto tali, saranno aperti a tutti - precisa Giachi - Laddove sarà necessario, oltre a musei, cinema e centri congressi, potrebbero partecipare anche hotel, Bed & Breakfast e perfino appartamenti singoli, purché le strutture rispettino i requisiti di capienza e sicurezza». Il ritardo è evidente soprattutto perché a quello degli spazi si aggiungono tutte le altre criticità rimaste senza risposta.
La Azzolina promette 84mila immissioni in ruolo ma la verità è che i nomi in graduatoria non basteranno soprattutto per le discipline scientifiche e per il nord.Il ministro della Salute, Roberto Speranza fa appello al senso di responsabilità dei giovani per una riapertura delle scuole in sicurezza ma farebbe meglio a girare la richiesta al suo governo.
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