"Scusi, lei spaccia?". Sì, Salvini aveva ragione

Arrestati per droga i genitori dell'uomo a cui il leader aveva citofonato

"Scusi, lei spaccia?". Sì, Salvini aveva ragione

Matteo Salvini aveva ragione: «La droga fa male». Aveva così ragione che i fatti hanno dimostrato a chi gli aveva puntato il dito contro, insultandolo e gridando allo scandalo, perché aveva citofonato a quell'appartamento del quartiere Pilastro, a Bologna, chiedendo se vi fosse uno spacciatore, che i pusher c'erano davvero.

A un anno esatto da quei fatti, avvenuti in piena campagna elettorale per le Regionali in Emilia Romagna, i carabinieri hanno fatto un blitz che ha portato all'arresto di un tunisino di 59 anni e della moglie di 58, di origini svizzere, ovvero dei genitori del 17enne che abitava in quella casa e che dichiarò alla stampa di essere stato danneggiato dal gesto di Salvini.

Ma l'ex ministro dell'Interno lo sa bene che la verità prima o poi arriva. Così ieri sui social ha scritto: «Blitz anti-droga a Bologna. Il tempo è galantuomo. La droga fa male». Post ripreso in un tripudio di gioia da migliaia di leghisti e numerosi esponenti politici del partito del Carroccio.

Nell'appartamento di via Deledda, insomma, la droga c'era davvero. L'altro ieri i militari hanno perquisito un trentanovenne appena uscito da lì, il quale visibilmente agitato ha ammesso di avere acquistato da poco due dosi di cocaina. Così hanno fatto il blitz, che ha portato a recuperare 13 grammi di cocaina, 170 grammi di marijuana, 384 grammi di hashish, un bilancino di precisione, materiale utilizzato per il confezionamento della droga, il caricatore di una pistola semiautomatica calibro 380 Acp contenente 6 proiettili, altri 4 proiettili calibro 22 LR, 4 proiettili calibro 9 mm, uno storditore elettrico tipo taser, 50 proiettili a salve, 925 euro e 340 euro in banconote contraffatte. Il tunisino è stato portato in cella, mentre la donna è finita ai domiciliari.

«Il tempo è galantuomo, come dice Salvini - ha chiarito il deputato leghista Gianni Tonelli -, comunque questa vicenda lascia l'amaro in bocca perché quel gesto fu strumentalizzato con una incredibile malafede da parte di chi cercò di creare un concetto di male del tutto inedito. Oggi il tempo ha avuto l'incarico di smascherare queste persone. La cosa che fa rabbia è che quel gesto, fatto dal leader della Lega per nobili scopi, ebbe influenza in una consultazione elettorale, alterando il giudizio della gente».

L'avvocato del figlio della coppia, Cathy La Torre, ha chiarito: «Voglio sottolineare che il mio assistito non è stato raggiunto da alcun provvedimento, la vicenda mi pare riguardi i genitori e non lui. La violazione di privacy di Salvini resta, in ogni caso, in piedi. Il procedimento per violazione dei dati personali e dei diritti civili è in corso, il tema di cui deve rispondere il senatore Salvini resta quello».

Come si ricorderà, per la vicenda un carabiniere fu punito perché accusato di aver messo in contatto Anna Rita Biagini, la mamma coraggio che aveva perso un figlio per droga, con Salvini. Fu lei ad accompagnarlo di fronte a quel citofono. Oggi una giustizia, quantomeno divina, ha dato ragione anche a lei.

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