Se l'esercito italiano studia le razioni k halal per soldati musulmani

I pasti per i militari islamici dovranno essere preparati nel rispetto dei precetti dell'islam

Se l'esercito italiano studia le razioni k halal per soldati musulmani

Entrano il tonno coi piselli e il minestrone di verdure. Escono i wurstel e i tortellini al ragù. Anche le Forze armate italiane sono state costrette ad adeguarsi alla società sempre più multietnica e interreligiosa. Tanto che nei prossimi mesi dovranno introdurre le "razioni k" halal, preparate ad hoc per i soldati musulmani, nel rispetto dei precetti dell'islam.

Quella delle razioni halal, va detto subito, non è certo l'unica novità allo studio degli esperti. Secondo quanto apprende l'Adnkronos, la Difesa starebbe mettendo a punto anche soluzioni per vegetariani e celiaci che già godono di menù dedicati nelle mense delle caserme. Niente carne di maiale quindi, ma alimenti in linea con le esigenze religiose dei militari che, anche se impegnati nelle missioni all'estero e in zone di guerra, non vogliono rinunciare ad osservare le prescrizioni alimentari della religione islamica. Così, per rispettare i precetti religiosi dei tanti italiani di seconda generazione che fanno parte delle forze armate, arrivano le razioni da combattimento del terzo millennio, utilizzate nel corso di missioni all’estero nei Paesi islamici, sia dai nostri militari che dalle forze di sicurezza che collaborano con il nostro Paese.

Nel menù da combattimento saranno, dunque, introdotti filetti di sgombro e pasta e fagioli. Prenderanno il posto degli alimenti proibiti dall'islam che nella preparazione richiedono l’utilizzo della carne di maiale. La Difesa ha quindi pensato sette moduli alternativi, identificati da colori differenti, diversi tra loro per la varietà delle pietanze e divisi tra colazione, pranzo e cena. Ogni pasto quotidiano è confezionato in una scatola differente, corredata di spazzolino usa e getta, dentifricio, fiammiferi, posate di plastica, tovaglioli di carta, stuzzicadenti e una bustina di sale. Non mancano tè, caffè e cappuccino liofilizzati, mentre per riscaldare il pasto c’è un piccolo fornello, con tanto di tavolette di combustibile solido e istruzioni per l’uso in tre diverse lingue. Ogni anno, in media, si consumano 100mila razioni da combattimento, di cui 70mila in operazioni all’estero e 30mila in attività all’interno del nostro Paese.

Per dare energia con il giusto apporto calorico anche in situazioni di prolungato stress, ognuno dei pasti è studiato per garantire il valore medio quotidiano di 3.650 kilocalorie, con il 57% di carboidrati, il 12% di proteine e il 31% di grassi.

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