La corruzione a Bruxelles fa scalpore, ma l'incompetenza e l'autoreferenzialità ideologica fanno molti più danni. Certo, il malaffare non l'avevamo messo in conto. Per noi italiani, cresciuti con tangentopoli e calciopoli, è strano vedere implicati nel Qatargate i vertici di quelle istituzioni da cui spesso veniamo bacchettati. Sarà che ci portiamo dietro quel complesso di essere noi i furbi, anzi furbastri, che cercano le scorciatoie, mentre non è che siamo i soli a cercarle, quanto magari i più svegli a trovarle. Sarà anche che per decenni la politica italiana ha pompato l'autorità economica e morale di Bruxelles, per usarla come scusa per imporre qualche freno alla spesa, non avendo la forza di dire che meno debito è nel nostro interesse. Fatto sta che non ce l'aspettavamo. Invece avremmo dovuto ipotizzare che la competenza, seppur concorrente con gli Stati Membri, in settori importanti, dall'agricoltura alla pesca, dai trasporti all'energia, potesse dar luogo a fenomeni corruttivi.
Nella transizione energetica, ad esempio, l'Europa sta imponendo all'economia, all'industria e alla società dei limiti e dei costi assolutamente sproporzionati, alla luce della non autosufficienza nelle materie prime e nell'energia, del ritardo dell'industria nelle tecnologie avanzate e, in ultimo, del peso irrisorio delle emissioni europee sui cambiamenti climatici. Forse adesso sarà più agevole per tutti fare la domanda fatidica: cui prodest? Certe decisioni, nell'interesse di chi?
Tuttavia, è anche possibile che tante decisioni incomprensibili non siano frutto di interessi vergognosi di pochi, quanto di incompetenza e inefficienza di tanti. Ideologie scollegate dai fatti e calate in un enorme apparato burocratico, entro cui si muovono figure professionali non sempre all'altezza, ma sempre inebriate da autoreferenzialità, tipica dei contesti dove stanno insieme il potere e la distanza dalle cose reali. Noi italiani abbiamo sempre sottovalutato il potere che sta a Bruxelles, cercando anzi di tenerlo fuori dai confini il più possibile. Per questo, abbiamo spedito in quelle posizioni coloro di cui la politica domestica proprio non sapeva che farne, illudendoci di essere i soli a comportarci così. Sbagliato. Avendo l'occasione di lavorare con gli organismi comunitari, si scopre che anche dagli altri Paesi non arrivano dei fenomeni, anzi. Inoltre, col sistema uno-vale-uno, capita che in una riunione la decisione penda da una parte grazie al parere del maltese che, con tutto il rispetto, vale quanto quello del tedesco.
Sì, la corruzione, in Italia come ovunque, fa notizia e fa arrabbiare.
Ma proprio noi dovremmo sapere che al funzionamento del sistema fa più male l'incompetenza e l'arroganza del potere, e pure che c'è un filo rosso che tiene tutto insieme. Quando interi apparati possono operare senza il riscontro di un risultato apprezzabile da parte dei cittadini, allora diventa anche più facile dare ascolto alle sirene che girano con i trolley pieni di soldi.
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