Se passa la riforma sarà più facile sprecare soldi pubblici

La riforma costituzionale di Renzi è pericolosissima per la finanza pubblica

Se passa la riforma sarà più facile sprecare soldi pubblici

La riforma costituzionale di Renzi è pericolosissima per la finanza pubblica perché toglie il bicameralismo come regola per approvare i conti pubblici e lo affida a una sola Camera, che stando alla nuova legge elettorale - potrebbe essere eletta con il 30% dei voti: dando luogo a incrementi della spesa pubblica, deficit pubblici che creano debiti pubblici.

Ma anche ove fosse abrogata con referendum la nuova legge elettorale - che è in contrasto con l'articolo 1 della Costituzionale che sancisce che la sovranità appartiene al popolo - e la legge elettorale non avesse un tale enorme premio di maggioranza, dato il sistema monocamerale la dilatazione della spesa pubblica decisa dalla maggioranza sarebbe però a carico anche dei contribuenti appartenenti alla minoranza e la formazione di deficit pubblici sarebbe a carico degli anni successivi.

Il bicameralismo, quando le due camere sono composte in modo diverso, a causa del diverso sistema di elezione da parte dei cittadini-contribuenti, serve per dare luogo alla regola per cui le decisioni sulla finanza pubblica non sono prese a maggioranza semplice, ma a maggioranza qualificata ovvero alla «quasi unanimità». Ciò comporta l'allungamento del tempo della discussione parlamentare, come sanno bene i sostenitori della maggioranza qualificata, a cominciare dal grande economista dell'ottocento Knut Wicksell, a Luigi Einaudi o James Buchanan, premio Nobel dell'Economia proprio per gli studi su questi tempi con particolare riguardo alla costituzione fiscale. Dunque quando Renzi dice che con questa riforma «si risparmia tempo» dice una cosa vera, ma assai pericolosa, perché questo risparmio di tempo, quando si tratta di leggi con ricadute finanziarie, si traduce in sperpero dei pubblico denaro che poi pagano coloro che non fanno parte degli elettori del partito al potere. Si risparmia tempo, ma si spreca denaro.

La riforma costituzionale attuale è perversa dal punto di vista fiscale e finanziario perché contiene altre norme molto pericolose per la finanza pubblica. Essa infatti distrugge la regola costituzionale voluta da Einaudi per cui il presidente della Repubblica può rinviare alle Camere le leggi prive di copertura finanziaria, in quanto toglie questo potere presidenziale per i decreti legge. Inoltre questa riforma stabilisce che il presidente della Repubblica dopo il quarto scrutinio può esser eletto con il 37,5% dei corpo elettorale e dopo il sesto appena dal 37,%% dei votanti. I futuri presidenti della Repubblica potrebbero quindi essere eletti dalla minoranza di un parlamento eletto con una legge elettorale non maggioritaria.

Infine poiché il voto di fiducia, con questa riforma, lo da solo la Camera, il bilancio in deficit con spese e debiti elevati, statali e regionali, e locali ed oneri fiscali pesanti, può essere approvato dai rappresentanti di una minoranza o di una maggioranza risicata. Quelli che comandano toserebbero più rapidamente e più facilmente le pecore che hanno meno modo di difendersi.

Ciò che si sta facendo nella finanza pubblica, con il principio dell'uomo solo al comando, che ha la maggioranza del potere nel partito al governo, minoritario nel Paese, è sotto gli occhi di tutti: bonus per ottenere consensi elettorali, tassazioni pesanti sulle proprietà immobiliari e sui risparmi, deficit, debiti, spostamento sull'anno post elettorale del conto fiscale per le elargizioni erogate.

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