Ora è caos sulle seconde case: "Rischio boomerang Imu e Tari"

I proprietari di seconde case potrebbero non pagare IMU e TARI. L'avvocato: "Imposizione ingiusta se l'accesso è interdetto"

Ora è caos sulle seconde case: "Rischio boomerang Imu e Tari"

Le ordinanze che blindano Regioni e Comuni rischiano di essere un piccolo boomerang per le casse pubbliche. Impedire l’accesso alle “seconde case” potrebbe spingere i proprietari a chiedere la restituzione dell’IMU e della TARI per i periodi durante il quale si è impedito l’accesso agli immobili attraverso ordinanze o decreti. Un calo del gettito che rischia di abbattersi sulla Sardegna, sulla Valle d’Aosta e su tutti i territori che hanno scelto di tenere lontani i turisti. Sempre che il governo guidato da Draghi non decida di sgombrare il campo impugnando la raffica di provvedimenti adottati nelle ultime ore. Scelta utile anche ad evitare una valanga di ricorsi di fronte alle Commissioni tributarie.

Filippo Caruso, avvocato tributarista milanese, spiega che sindaci e governatori avrebbero dovuto prestare più attenzione alla normativa fiscale vigente: “Il rischio che queste scelte incidano sul bilancio degli Enti locali è concreto. I nuovi divieti dovrebbero leggersi in combinato disposto con la legge di Bilancio per il 2020 che ha innovato, tra le altre, la preesistente disciplina in materia di IMU. In questo contesto, l’articolo 1, al comma 747, lettera b conferma, al pari della previgente disciplina, la possibilità di ottenere una riduzione del 50% della base imponibile nel caso di fabbricati dichiarati inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati, limitatamente al periodo dell'anno durante il quale sussistono dette condizioni. Questa condizione può essere riconosciuta dal Comune o autodichiarata dal proprietario”. Il legale spiega la ratio della norma e la sua declinazione nel contesto pandemico: “Il legislatore intende venire incontro alle esigenze di chi non ha potuto godere del bene per eventi calamitosi. Non vi è dubbio che la pandemia causata dal Codiv sia un evento calamitoso che ha addirittura richiesto la dichiarazione dello stato di emergenza che perdura da più di un anno. Sotto il profilo sostanziale è evidente l’esistenza di una simmetria tra l’inabitabilità degli immobili per calamità naturali e l’inagibilità degli immobili per ordine dell’Autorità per ragioni di emergenza sanitaria”. Secondo Caruso, non riconoscere i rimborsi potrebbe aprire anche dei contenziosi di natura non solo tributaria ma anche costituzionale: “I profili di incostituzionalità sono rilevanti. Peraltro indirettamente confermati dallo stesso legislatore laddove, limitatamente agli alberghi, aveva stabilito l'esenzione del pagamento della prima rata dell'IMU. Non vedo particolari differenze rispetto al proprietario di una villa. Sono colpiti nello stesso modo dal virus”.

Il tributarista spiega che un discorso analogo può essere fatto anche quando ci si riferisce alla TARI. Solo chi inquina dovrebbe pagare: “Soprattutto ora che la giurisprudenza della Corte di Giustizia richiede di ancorare, per quanto possibile, la tassa alla reale fruizione del servizio di smaltimento.

Grazie a una vicenda che ha coinvolto Mesquer, comune francese nella regione della Loira nel 2008, abbiamo assistito all’irrobustimento delle garanzie per i contribuenti proprietari di seconde case e altre tipologie di immobili”.

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