Berlino Gli elettori di Sassonia e Brandeburgo hanno premiato il partito sovranista tedesco Alternative für Deutschland. Nei due Länder orientali, AfD ha fatto un grande balzo in avanti passando, secondo le prime proiezioni, dal 9,7 al 28,1% al Parlamento di Dresda (Sassonia) e dal 12,2 al 24,4% in quello di Potsdam, la capitale del Brandeburgo. In ciascuna delle due assemblee, il partito antisistema avrà dunque il secondo più grande gruppo di deputati.
L'ampio risultato di AfD, superiore alle previsioni dei sondaggisti, mette in serie difficoltà le amministrazioni uscenti, i cui leader cantano tuttavia vittoria per non essere andati a gambe all'aria. A urne appena aperte, il governatore della Sassonia, Michael Kretschmer ha dichiarato: «Siamo il partito più forte: è un grande giorno». Con il 33,1% dei consensi, la sua Cdu resta il partito più votato, nonostante il netto calo rispetto al 2014 quando i cristiano democratici avevano il 39.4%. Male vanno anche gli alleati di governo: l'Spd in Sassonia ottiene il 7,6% contro il 12,4 della precedente legislatura.
Appare evidente come una riedizione della grande coalizione non basti più a garantire la governabilità del Land. Da cui il resto della dichiarazione di Kretschmer: «Il lavoro più grande è davanti a noi: dobbiamo creare un governo stabile e rafforzare la coesione sociale della Sassonia. Per i negoziati non basterà una notte». Significativo anche l'appello a tutte le forze a moderare i toni: «Dobbiamo parlare l'uno all'altro, non l'uno dell'altro». Come previsto dai sondaggisti, gli ampi consensi raccolti da AfD sotto la guida del suo leader in Brandeburgo, Andreas Kalbitz, accusato dalla stampa di avere legami personali diretti con ambienti neonazisti e che ieri ha parlato di «giornata storica», obbligheranno il moderato Kretschmer ad allargare l'alleanza politica anche ai Verdi. Con l'8,3% dei voti, i Grünen superano i socialdemocratici e consolidano il 5,7% ottenuto nel 2014.
Invertiti i fattori, nel vicino Brandeburgo il risultato non cambia. Il governatore uscente, il socialdemocratico Dietmar Woidke ha vinto le elezioni perdendo oltre 5 punti percentuali rispetto al 2014. Con il 26,4% dei consensi, la sua Spd resta il primo partito a Potsdam, da cui il sollevato «Ce l'abbiamo fatta!» consegnato da Woidke ai primi exit poll. Il voto in Brandeburgo, il Land più rosso fra quelli orientali, era cruciale per la Spd, uscita da una lunga serie nera di pesanti sconfitte elettorali. Accanto al governatore uscente è apparso da subito il ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz che si è appena candidato a guidare la Spd a livello nazionale. Ringraziando Schulz per il suo sostegno, Woidke ha annunciato «colloqui esplorativi veloci per darci un governo: il lavoro comincia oggi». L'opera risulta complessa. Reduce da un'alleanza con i socialcomunisti della Linke passati dal 18,6 al 10,4%, Woidke dovrà aprire ai Verdi ma i voti potrebbero non bastargli. In quel caso dovrà scaricare la Linke per aprire ai moderati della Cdu e a quel punto imbarcare anche i Verdi.
Il governo federale ha guardato con sollievo ai risultati di Brandeburgo e Sassonia, che comunque puniscono i partiti della maggioranza.
Per tutti valgono le dichiarazioni del segretario generale della Cdu, Paul Ziemak: «Guardo ai risultati di oggi con sentimenti contrastanti, fra la gioia per la nostra affermazione e la delusione per la vittoria di AfD». Poi sottolinea la chiusura totale all'estrema destra: «Escludiamo una collaborazione con l'Adf. Abbiamo assunto una chiara decisione a livello federale». Manifestazioni contro l'AfD si sono svolte a Lipsia.
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