Quindici anni, cinque mesi e venti giorni di carcere per aver perseguitato e sfregiato con l'acido la ex Gessica Notaro (nella foto). È definitiva la condanna a carico di Edson Tavares, inflitta dalla Corte d'appello di Bologna nel novembre 2018 e confermata ieri dalla Cassazione. «È una storia finita, ora forse posso rilassarmi - commenta la giovane donna - Una pena esemplare. Sono molto contenta, ho fatto bene a riporre la mia fiducia nella magistratura che non mi ha tradita. E devo ringraziare i miei avvocati, Fiorenzo e Alberto Alessi, che hanno fatto un lavoro eccellente. Sono quattro anni che, nonostante potessi dimostrare rabbia, sono sempre stata una signora e ho sostenuto il suo diritto di difendersi. Ora posso dire che è colpevole, fino al terzo grado».
Nella requisitoria davanti alla Quinta sezione penale della Suprema corte il sostituto pg della Cassazione Antonietta Picardi aveva chiesto la conferma del verdetto e di respingere il ricorso della difesa di Tavares, rappresentato dagli avvocati Riccardo Luzi e Alessandro Pinzari. L'aggressore, 32enne di origini capoverdiane, si trova in carcere per l'agguato sotto casa di Gessica Notaro avvenuto a Rimini il 10 gennaio 2017. I giudici di secondo grado avevano definito l'aggressione con l'acido come «plastica rappresentazione di una meditata, ferma volontà di punire per sempre la vittima, privandola non solo della sua speciale bellezza, ma della sua stessa identità, così da cancellarla agli occhi di chiunque, non potendola possedere egli stesso». La sentenza conferma anche il provvedimento di espulsione di Tavares a fine pena e i risarcimenti alle parti civili, cioè Gessica Notaro, difesa dagli avvocati Fiorenzo e Alberto Alessi, e l'associazione Butterfly, che si batte contro la violenza sulle donne, rappresentata dall'avvocato Elena Fabbri.
«Sono molto contenta - aggiunge Gessica Notaro -, la magistratura è rimasta coerente fino alla fine. Nessuno può più dire che Tavares è innocente, non ci sono più attenuanti. I difensori di Tavares hanno provato i tutti i modi a dichiarare la sua innocenza e io ho rispettato il diritto di difendersi che è legittimo. Penso di essere stata sempre oggettiva, ma nonostante ciò è stato fatto spesso riferimento all'eccesso di mediaticità del caso. Sono quasi quattro anni che io da vittima - sottolinea la donna - mi sono sentita sul banco degli imputati per gli attacchi personali da parte della difesa di Tavares. Io ho subito quello che ho subito e lo ribadisco anche oggi: io parlerò sempre». Infine: «È una vittoria anche per tante altre donne vittime della violenza di genere. Perdonarlo? Come faccio a perdonarlo se non c'è stato pentimento?».
Il commento dopo la sentenza degli avvocati dell'imputato: «Di certo rimane un processo indiziario, come osservato dallo stesso presidente della sezione della Corte e occorrerà riflettere se tale tipologia di giudizio sia compatibile con l'ordinamento giuridico soprattutto quando l'imputato continua a professarsi innocente». In attesa delle motivazioni, continuano i legali, «vedremo in seguito di esaminare altri eventuali ricorsi, anche se rimane l'amara sensazione di un accertamento processuale incompleto di una vicenda con indubbi eccessi mediatici».
Su quest'ultimo aspetto gli avvocati della vittima ribattono: «Si è sempre sostenuto che questo processo avesse esiti negativi per Tavares per via del tam tam mediatico. Una favola smentita irrevocabilmente dai supremi giudici. Ora non c'è alcun alibi che tenga. Tavares è l'uomo che ha sfregiato Gessica nel volto e anche nell'animo».
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