"Si arrocca ancora al potere". Zingaretti resta incollato alla poltrona

Il governatore del Lazio non ha ancora rassegnato le dimissioni. Fratelli d'Italia lo sferza: "Un giocatore di scacchi perdente che continua ad arroccarsi sulla scacchiera del potere"

"Si arrocca ancora al potere". Zingaretti resta incollato alla poltrona

Erano circolate le voci sulle possibili dimissioni nella giornata di oggi, ma alla fine è agli atti che Nicola Zingaretti non ha ancora fatto un passo indietro in via ufficiale. Allo stato attuale il governatore della Regione Lazio resta incollato alla poltrona, nonostante l'iter prevedesse (in via teorica) di approvare Il Collegato di Bilancio il 3 novembre. Ovvero ieri. C'è stato però un "intoppo": l'ok non è arrivato e così Zingaretti non ha ancora mollato il suo posto.

Zingaretti s'incolla alla poltrona

Il presidente della Regione Lazio aveva annunciato che subito dopo il semaforo verde avrebbe firmato le dimissioni: a quel punto si sarebbe aperto il percorso per andare alle elezioni che, verosimilmente, si potrebbero tenere nella prima settimana di febbraio 2023. I consiglieri regionali del Lazio di Fratelli d'Italia hanno definito Zingaretti "un giocatore di scacchi perdente" che "continua ad arroccarsi sulla scacchiera del potere e non si dimette".

Gli esponenti del partito di Giorgia Meloni ritengono che la strategia della melina abbia un obiettivo ben preciso: tentare di prendere tempo per gettare la basi nell'ottica di un'alleanza elettorale contro il centrodestra. Un'operazione assai difficoltosa, viste le enormi divergenze nel fronte rosso. "Per consentire al Partito democratico il velleitario tentativo di ridare consistenza alla ammucchiata di centrosinistra ormai in disfatta", è la versione che viene fatta notare da FdI.

Inoltre Fratelli d'Italia ha accusato di Zingaretti di ergersi a paladino delle regole democratiche "ma il primo a disattenderle è lui". I meloniani ritengono che con il suo atteggiamento "sta di fatto rinviando" le elezioni regionali con una colpa ben precisa: "Trascurando la soluzione delle vere priorità del territorio che potevano già essere affrontate da una nuova Giunta". Le dimissioni potrebbero arrivare la prossima settimana.

Il Pd tenta l'inciucio col M5S

A sinistra sono diversi i ponti di dialogo per tentare di costruire un fronte allargato contro il centrodestra in occasione delle consultazioni regionali. Al Partito democratico è arrivato un ultimatum da parte di Carlo Calenda, che ha invitato i dem a decidere da quale parte stare: per il leader del Terzo Polo non è pensabile presentarsi uniti in una Regione e da avversari in un'altra. In sostanza ha chiesto una scelta coerente da rispettare per Lazio e Lombardia "o non si fa nulla".

Come riferito da fonti dem all'Ansa, il Partito democratico sarebbe pronto a replicare il "campo largo" di Nicola Zingaretti con il Movimento 5 Stelle.

Alla base ci sarebbe l'intento di convergere su un candidato, magari anche civico, tenendo però a specificare che le elezioni di Lazio e Lombardia "non sono accomunate da un unico destino" e dunque decideranno i singoli territori. Da più parti si pone l'accento sul fatto che chi non aderirà all'alleanza si prenderà le sue responsabilità.

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