Angelo Amante
Roma Voucher, testamento biologico e legittima difesa, ma soprattutto manovra e Def. Sui temi dell'incontro di ieri a Palazzo Chigi tra il premier Paolo Gentiloni e i rappresentanti di Alternativa popolare, il partito nato dalle ceneri del Nuovo centrodestra, si gioca la sopravvivenza del governo. Maurizio Lupi e Laura Bianconi, i due capigruppo alla Camera e al Senato, hanno posto dei paletti chiari all'azione dell'esecutivo per i dodici mesi che mancano alle elezioni. La minaccia di provocare una crisi non è neppure troppo velata, nonostante le smentite di rito. «Noi sosteniamo il governo. La riunione è servita a tracciare una road map da qui a fine legislatura», si affretta a dire Giuseppe Castiglione, sottosegretario all'Agricoltura.
Ieri mattina, a margine della prima direzione nazionale di Ap, Maurizio Lupi ha però rammentato al presidente del Consiglio che «il governo non è un monocolore Pd. La prospettiva non può essere la marcia indietro sulle riforme». Un avvertimento che fa il paio con quello lanciato da Angelino Alfano: «Impediremo al presidente del Consiglio di farsi condizionare da una certa sinistra che è diventata il megafono della Cgil». Un chiaro riferimento ad Articolo 1, che esulta per l'abolizione dei voucher e annuncia battaglia sulla manovra correttiva e sul Def, in arrivo tra pochi giorni alle camere.
Gentiloni si trova tra due fuochi. Il movimento fondato dai transfughi del Pd chiede più investimenti pubblici e la reintroduzione dell'Imu sugli immobili di pregio. Ap non ha intenzione di mettere mano a nuove tasse, come ribadito da Lupi ieri sera, e ha strappato al premier la promessa di norme sostitutive dei voucher entro metà maggio. Sulla riforma della legittima difesa i centristi fanno asse con l'Italia dei Valori. «Idv, che non ha parlamentari, ha raccolto due milioni di firme per una legge di iniziativa popolare. Saremo noi a farci portavoce di questo progetto», ha detto Alfano. Nel corso del vertice con Gentiloni, i capigruppo di Ap hanno parlato anche di Rai. Trasmissioni come L'Arena di Massimo Giletti sarebbero colpevoli, secondo i centristi, di strizzare l'occhio ai populismi.
La giornata di ieri è servita anche a fare il punto sulle strategie da seguire in vista delle prossime elezioni.
L'obiettivo è mettere assieme una lista unica che raccolga Scelta civica, il movimento Fare del sindaco di Verona Flavio Tosi e i centristi di Casini. C'è spazio anche per Stefano Parisi e il suo «Energie per l'Italia», che potrebbe partecipare alle primarie annunciate da Alfano per il candidato premier.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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