"Siamo già dentro una guerra regionale. Il vero pericolo per Tel Aviv è Hezbollah"

L'analista: "Confine Nord il più caldo. Attenti ai proxy"

"Siamo già dentro una guerra regionale. Il vero pericolo per Tel Aviv è Hezbollah"
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Efraim Inbar risponde da Israele e subito esordisce: «Siamo abituati a quello che sta accadendo. Io vivo la mia routine, vado avanti. La nostra vita qui è sempre sul filo, per noi è la normalità».

Inbar è stato il direttore e fondatore del Centro Begin-Sadat per gli studi strategici ed è professore emerito di scienze politiche all'Università Bar-Ilan. Un'autorità nell'analisi del conflitto arabo-israeliano e sugli sviluppi strategici in Medio Oriente. Chiarisce senza indugio: «Siamo già dentro una guerra regionale, tutti gli attori principali sono coinvolti: Iran, Hezbollah, gli Houthi dello Yemen, le milizie sciite filo-Teheran della Siria e dell'Irak. Anche gli Stati Uniti sono pronti a proteggere Israele in caso di deflagrazione totale». E poi fa notare: «Il più grande problema però ora lo abbiamo a Nord con Hezbollah che continua ad attaccare sul confine la popolazione che è stata costretta ad abbandonare le proprie case. Se sarà necessario andremo in guerra, ci stiamo già preparando».

Professor Inbar, dove con più probabilità colpirà l'Iran con i suoi alleati e quale sarà la portata dell'attacco?

«Non sono un profeta, ma saranno presi di mira più obiettivi. Il primo raid del 14 aprile scorso non è stato un successo. Non sappiamo bene cosa accadrà ora, ma Israele si sta preparando, anche se c'è un po' di tensione nel Paese la gente continua ad andare avanti con i propri impegni».

Reagirà Tel Aviv alla rappresaglia iraniana?

«Dopo il loro attacco abbiamo distrutto parte della loro difesa, una risposta di questo tipo sarà ragionevole».

Ci potrebbe essere un coinvolgimento degli Stati Uniti?

«L'America è già coinvolta. È arrivato in Medio Oriente il capo di Centcom, il comando centrale americano, il generale Michael Kurilla, per coordinare la risposta degli alleati in difesa dello Stato ebraico in caso di aggressione».

Chi ha interesse a una guerra più ampia?

«Israele ha un problema nel Nord perché Hezbollah continua ad attaccare la popolazione israeliana, molte persone sono sfollate e l'obiettivo è riportare la gente nelle proprie case. Se falliranno gli sforzi della diplomazia degli Stati Uniti probabilmente dovremo prepararci ad andare in guerra».

Israele è pronto a un conflitto regionale?

«La guerra è già regionale. Sono coinvolti l'Iran, Hezbollah, gli Houthi dello Yemen, le milizie sciite filo-Teheran della Siria e dell'Irak. Hanno tutti colpito lo Stato ebraico, Teheran ha già sferrato un attacco massiccio. Siamo da tempo nel mezzo di una guerra regionale».

Che ruolo avrà Hezbollah?

«Hezbollah sta implementando la strategia dell'Iran, ovvero attacca la popolazione israeliana, questa è parte della strategia di Teheran dall'8 ottobre».

Cosa faranno in questo caso gli altri Stati arabi dell'area?

«La Giordania ha inviato il suo ministro degli Esteri Ayman Safadi a Teheran per

chiarire la sua posizione che non è diversa da quella della notte del 14 aprile scorso. Gli altri Stati arabi stanno mantenendo un profilo più basso ma sono integrati nel sistema Centcom che prevede la difesa di Israele».

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