"Siamo insieme a Fi, nessuna concorrenza. Nelle trasformazioni servono i moderati"

Il leader centrista: "Dobbiamo recuperare terreno, nel 2008 il Pdl arrivò al 38%. Vogliamo un'Europa più forte con Ursula"

"Siamo insieme a Fi, nessuna concorrenza. Nelle trasformazioni servono i moderati"
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Onorevole Maurizio Lupi, Noi moderati corre insieme con Forza Italia per le elezioni europee. L'unione fa la forza?

«Sì ma non solo. Per la prima volta il risultato non sarà la semplice somma dei due partiti. Saremo molto più forti. Dobbiamo recuperare il terreno perso in tutti questi anni se pensa che alle politiche del 2008 il PdL prese il 38%».

Il sistema elettorale per Strasburgo però è il proporzionale con preferenze. I sette candidati di Noi moderati non faranno una battaglia interna nell'alleanza con FI?

«Solo una politica che ha una visione miope può pensare che le elezioni europee possano essere una sfida all'interno di una lista o di una coalizione. Semmai punterei a sottolineare un altro aspetto del voto».

Quale?

«Sarà il primo banco di prova dopo le politiche del 2022. D'altronde è il primo voto su scala nazionale. E la coalizione di centrodestra, ne sono sicuro, conquisterà almeno un voto in più, visto che si vince e si perde insieme».

Il vostro principale obiettivo per Bruxelles?

«C'è uno slogan semplice ma molto efficace che recita più o meno così: Per un'Europa più moderata e più popolare. Oggi ci troviamo di fronte a un'Europa che non è più quella delle ultime due elezioni (2014 e 2019). C'è la guerra nel continente. C'è un altro focolaio bellico nel Mediterraneo. Per non parlare del problema demografico o di quello delle transizioni green e digitale. Quindi al centro dell'azione politica europea deve necessariamente esserci la pace e il benessere dei popoli».

Come si raggiunge questo benessere?

Mettendo al centro la persona e il cittadino, non la burocrazia o le regole. Altrimenti rischia di disintegrarsi di fronte ai cambiamenti epocali che abbiamo davanti».

Lei ha più volte esaltato il ruolo dei moderati per il conseguimento di questi obiettivi.

«Responsabilità, concretezza, difesa del bene comune, capacità di guardare con moderazione nei confronti delle grandi trasformazioni».

Pensa alla transizione ecologica?

«In questo tipo di transizione non c'è soltanto l'ambiente al centro del problema ma la persona. In questi anni spesso ci si dimentica che al centro del nostro mondo c'è l'uomo, che poi è il principale difensore dell'ambiente».

Ma è sempre l'uomo che sta distruggendo l'ambiente.

«Semplicemente perché ha perso il suo valore formativo, educativo e culturale. Siamo tutti d'accordo che lo sviluppo deve andare di pari passo con a difesa dell'ambiente. Il punto è non metterle in contraddizione».

L'Europa che avete in mente è più o meno forte di quella finora governata dalla

presidente Ursa von der Leyen?

«Un'Europa più forte certamente ma sempre con la von der Leyen che ha capito che burocrazia e scelte ideologiche nell'affrontare le grandi trasformazioni sono i veri nemici da affrontare».

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