Sindacati contro il taglio delle prestazioni sanitarie, Lorenzin: "Nessuna caccia al medico"

Nell'elenco delle prestazioni che potrebbero essere tagliate, esami base come radiografie, risonanze, tac e test allergologici

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin
Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin

Non ci stanno i medici ad essere definiti spreconi e superficiali.

Minacciano lo sciopero generale del mondo della sanità medici, dirigenti e assisenti ospedalieri dopo la proposta del governo di tagliare ben 208 prestazione sanitarie.

La proposta è stata portata sul tavolo dei sindacati di categoria dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, per garantire l'appropriatezza degli esami prescritti ai pazienti e evitare sprechi inutili.

Sono 13 i miliardi di euro che ogni anno il Servizio sanitario nazionale spende per fornire assistenza ai cittadini italiani. Un costo troppo elevato che il ministero punta a diminuire in relazione alla più ampia spending review promessa dal governo.

I medici però non sono d'accordo con l'iniziativa perché lo scrupolo nei confronti dei pazienti si trasformerebbe in sanzioni previste qualora le prestazioni si rivelassero inappropriate.

"È un decreto sbagliato contro il quale è già in atto una mobilitazione che potrebbe portare anche a uno sciopero di tutto il mondo della sanità italiana", annuncia Costantino Troise, segretario del maggior sindacato dei medici dirigenti, mentre il ministro Lorenzin assicura: "Non c’è una “caccia” al medico. Gli diamo gli strumenti per agire in modo più sereno. Le sanzioni amministrative sul salario accessorio scatteranno dopo un eccesso reiterato di prescrizioni inappropriate e solo dopo un contraddittorio con il medico che dovrà giustificare scientificamente le sue scelte. Se non lo farà, solo allora scatterà la sanzione".

Da fonti di governo si apprende che, come risposta alla protesta dei medici contro il decreto "taglia-esami", i

4671px;">l governo sta lavorando a norme da inserire nella legge di stabilità per aiutare i medici a difendersi dalle cause temerarie intentate da pazienti ma che "sono per il 97 per cento false".

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