La sinistra che tifa per l'Isis: "Illegali le benedizioni di Pasqua"

Delirio laicista a Bologna: undici docenti hanno fatto ricorso al Tar contro l'acqua santa nelle aule. Sostieni il reportage

La sinistra che tifa per l'Isis: "Illegali le benedizioni di Pasqua"

Ma perché chi non crede in Cristo morto e risorto a Pasqua e Pasquetta non lavora o non va a scuola? Pasqua è una festa religiosa, una festa cristiana, per la precisione. E anche la domenica è una festa cristiana: non per nulla venne abolita dall'anticristiana rivoluzione francese che, suddividendo il mese in decadi anziché in settimane, aveva anche trovato il modo di far lavorare la gente di più. I nuovi giacobini, che stavolta sono a Bologna e non a Parigi, sono invece dei pelandroni: non hanno la minima intenzione di lavorare o studiare di più, vogliono semplicemente gabbare lo santo. Vogliono la Pasqua senza Cristo e pertanto senza benedizioni a scuola. Solo uova di cioccolato, colombe e scampagnate. Solo consumismo senza la benché minima distrazione spirituale, non sia mai che a qualcuno venga in mente di riflettere sul senso di ciò che fa. La storia è abbastanza semplice: a febbraio alcuni parroci del capoluogo emiliano hanno proposto di benedire alcuni «plessi scolastici» (si chiamano così), undici insegnanti e sette genitori al solo sentir nominare l'acqua santa hanno dato in scalmane, il consiglio di istituto si è riunito autorizzando a maggioranza la benedizione ed eccoci a marzo coi nemici dell'aspersorio che fanno ricorso al Tar. Mi vengono innanzitutto in mente delle considerazioni laterali, pensieri un po' meschini tipo: ma chi lo paga l'avvocato? I genitori e i docenti? Tutti i contribuenti? Di sicuro il giudice che pronuncerà la sentenza lo paghiamo noi. Poi dicono che in Italia la giustizia ha tempi biblici... Se gli italiani smettessero di fare causa con la stessa facilità con cui comprano un telefonino nuovo forse i processi davvero importanti verrebbero smaltiti un po' più rapidamente. E poi, e poi, come mai nella pattuglia ateista gli insegnanti sono più dei genitori? Eppure i genitori che gravitano intorno a una scuola, coinvolti attraverso i propri figli, sono più numerosi degli insegnanti che ci lavorano. Delle due l'una: o i genitori sono nel complesso dei menefreghisti oppure sono nel complesso più realisti, magari atei o agnostici o buddisti o non so cosa e però consapevoli che alla loro prole una benedizione male non può fare. Mentre il corpo docente è ad alta infestazione ideologica e facilmente produce gruppi come quello attivo a Bologna, il Comitato Scuola e Costituzione capace di affermare che «le benedizioni non costituiscono attività didattica o culturale», come se la Bibbia di Salomone, San Luca e San Matteo (sono questi alcuni degli autori citati nelle benedizioni scolastiche) avesse un valore culturale nullo rispetto alla pregiata carta compilata a fine anni '40 da Togliatti e Dossetti. Trovate un'altra scusa, magari.

Si può solo sperare che dalle parti del Califfato, siccome impegnatissimi a rapire, stuprare, bruciare, decapitare, non vengano a conoscenza della cosa. Perché il Califfo, anche lui fermamente contrario alle benedizioni date «nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo», potrebbe pensare di avere a disposizione una quinta colonna sotto le due Torri. Anzi una sesta perché la quinta probabilmente esiste già, quella dei coranisti locali che credono davvero in quanto scritto nel loro libro sacro: «Uccidete gli idolatri ovunque li troviate, prendeteli, circondateli, appostateli ovunque in imboscate». Allora anziché su Roma potrebbe decidere di puntare subito su una Bologna simile alla Bisanzio assediata dai turchi, dilaniata dai contrasti interni e da diatribe inutili come quella sul proverbiale sesso degli angeli. Chi non crede in Cristo morto e risorto, a Pasqua e Pasquetta se proprio non vuole lavorare o andare a scuola che almeno non ostacoli la fede altrui.

Che non insista a desertificare spiritualmente lo spazio pubblico italiano, preparando il terreno, siccome la natura umana non tollera vuoti di senso, all'invasione di una religione che al posto della Costituzione non vede l'ora di mettere la sharia, e in tal caso buonanotte a Togliatti, a Dossetti, e al Tar.

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