Il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini ha dimezzato gli orari dello sciopero dei treni di ieri ma la mobilitazione si è fatta sentire. E i sindacati, Cgil su tutti, esultano. Figurarsi cosa sarebbe stato senza una limitazione. Difficile quantificare disservizi e disagi. Per la Coldiretti, l'intransigenza dei sindacati ha pesato soprattutto sul flusso dei turisti stranieri, un fenomeno in crescita del 37% in relazione allo scorso anno. Mentre il Pd continua a contestare la precettazione fatta partire dal Mit (Paola De Micheli, parlamentare dem, l'ha definita «dannosa e propagandistica»), il leader del Carroccio ha rivendicato l'aspetto positivo della decisione presa. «Doveroso ascoltare i ferrovieri e dare loro i giusti riconoscimenti riaprendo subito i tavoli con le aziende, ma fermare i treni per 24 ore per oltre un milione di lavoratori, pendolari e turisti - in una calda giornata estiva - sarebbe stato dannoso e insostenibile per il Paese», ha scritto via Twitter l'ex ministro dell'Interno. Secondo Carlo Rienzi del Codacons, gli scioperi estivi rappresentano una vera e propria «violenza» nei confronti dei cittadini, e per questa ragione andrebbero vietati. Ma la questione è complessa, pure sotto il profilo giuridico, tanto che una precettazione è diventata argomento di polemica politica in un battibaleno. Salvini ha già garantito il riavvio immediato della trattativa per il rinnovo dei contratti dei lavoratori. Ma da parte dei sindacati (e anche dei partiti di sinistra) si continua a voler politicizzare la protesta, che deriva da una situazione che va avanti da ben sei anni, e non certo dall'avvento della Meloni. «La grande partecipazione dei lavoratori allo sciopero di Trenitalia e Ntv deve indurre le aziende a riaprire subito il confronto per affrontare i gravi problemi presenti nelle due aziende. Il governo favorisca il necessario dialogo e un accordo tra aziende e sindacati», ha fatto sapere, anch'egli via Twitter, il segretario della Cisl Luigi Sbarra. La partecipazione allo sciopero, per le sigle organizzatrici, ha raggiunto circa l'80% sul totale. E questo ben spiega l'utilità della presa di posizione di Salvini in una due-giorni che avrebbe potuto ingessare l'intera nazione. E dal centrodestra non hanno potuto non notare l'atteggiamento dell'opposizione in merito allo sciopero ammazza-ferie. «Incredibili strumentalizzazioni arrivano dalle opposizioni sulle vertenze di queste ore. Perché allora, quando i compagni sedevano al Mit e al ministero del lavoro, non hanno fatto nulla per rinnovare i contratti?», si sono chiesti i senatori leghisti Germanà, Minasi e Potenti. Stessi toni usati dai deputati leghisti che siedono invece alla Camera dei deputati.
Ora l'attenzione si sposta a domani, giornata per cui sono in programma sia lo sciopero dell'handling (gli operatori di terra) sia quello dei piloti di Vueling e Malta Air (elemento che interessa anche RyanAir). Previsto che vengano cancellati numerosi voli (soltanto Ita ne ha annullati 133), e dunque viaggi. Il vicepremier è in prima linea per risolvere anche questa situazione contrattuale: «Anche qua sono sei anni che non c'è un contratto, stiamo recuperando anni e anni di arretrati e ritardi sui contratti e sui cantieri», ha affermato ieri, durante il Tg1.
Poi in serata la notizia che molti attendevano: oggi riapriranno le trattative per il rinnovo dei contratti, come promesso da Salvini, in prossimità dei tavoli convocati per provare ad evitare gli scioperi. E il vicepremier ha domandato «buon senso» spontaneo per ridurre lo sciopero dell'handling. Poi ha disposto una convocazione dei tassisti.
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