La sinistra "protegge" i profughi finiti al Cara di Bari

"Sono sotto choc", dice il dem Lacarra. E un legale rincara: "Loro diritti ostacolati"

La sinistra "protegge" i profughi finiti al Cara di Bari
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Non bastava il blitz di una deputazione dell'opposizione in Albania all'arrivo della Libra di Riccardo Magi (+Europa), Rachele Scarpa e Paolo Ciani del Pd. Verdi, grillini e parlamentari Pd marcano stretto i 12 migranti (sette bengalesi e cinque egiziani) arrivati a Bari dal porto di Shengjin dopo la sentenza dell'ufficio Immigrazione del tribunale di Roma che non ha convalidato il loro trattenimento nel Cpr, svuotando di fatto l'hotspot albanese di Gjader.

Per arrivare in Puglia «ci hanno messo cinque ore», dicono le agenzie di stampa, erano «impauriti e sotto choc, avevano paura di parlare tra di loro per evitare problemi» che pregiudicassero il percorso giuridico e la loro permanenza in Italia». Tecnicamente restano nello status di «richiedenti asilo», sebbene la loro richiesta sia stata respinta dalla commissione del Viminale con la stessa procedura accelerata, i migranti adesso hanno quattordici giorni di tempo per presentare i ricorsi, ma ci vorrà molto tempo per capire se (e quanti) verranno accolti. Anche nella velocizzazione delle procedure si dovrebbe parlare nel Consiglio dei ministri di lunedì, sebbene i 12 restino comunque in un limbo giuridico.

Gennaro Santoro, uno dei legali, dice di aver dovuto «fare reclamo ai garanti, inviare numerose pec al ministero dell'Interno e chiedere a parlamentari di intervenire». E qui il loro destino si intreccia con le speculazioni politiche: molte delle notizie sui migranti sono mediate dal parlamentare pugliese Pd Marco Lacarra, che ieri ha visitato il Cara di Bari: «Sono in buona salute, anche se naturalmente ancora molto scossi», scrive sul suo profilo Instagram. «Anche grazie alla grande disponibilità della direttrice del centro - mi sono assicurato che venissero immediatamente messi in contatto con gli avvocati, affinché, con l'adeguato supporto di mediatori culturali, possano esercitare il proprio diritto a fare ricorso nei termini previsti. Siamo baresi e, lo diciamo sempre, qui nessuno è straniero», è il pensiero del dem. «Se qualcuno di questi dodici domani commettesse un reato, rapinasse, stuprasse, uccidesse qualcuno, chi ne paga le conseguenze?», si chiede Matteo Salvini.

«Mettono ostacoli ai loro diritti costituzionali», dice l'avvocato Santoro, convinto che il no all'asilo sia illegittimo e che «l'intera normativa sulle procedure accelerate sia incostituzionale e contraria ai principi dell'Unione europea».

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