Lo skipper e il suo cane come "Cast Away". "Persi per 3 mesi mangiando pesce crudo"

Tim Shaddock era partito dal Messico per raggiungere la Polinesia. Il catamarano alla deriva, l'attesa dei soccorsi bevendo acqua piovana

Lo skipper e il suo cane come "Cast Away". "Persi per 3 mesi mangiando pesce crudo"
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Tim Shaddock, australiano cinquantenne, è in vantaggio per due a zero in una partita che non prevede pareggi contro il destino che lo volevo morto anzitempo. Il primo goal lo ha segnato più di vent'anni fa, quando si è rifiutato di soccombere a un tumore allo stomaco: a sentir lui, oltre alle cure dei medici, lo ha salvato una dieta di sua invenzione a base di cibi crudi. Sta di fatto che ne è uscito, uno a zero e palla al centro. Il raddoppio si è concretizzato pochi giorni fa, quando Shaddock, che da quando aveva sconfitto il cancro aveva mollato il lavoro in ufficio a Sydney per darsi alla vita di mare, è stato recuperato dopo quasi tre mesi alla deriva nell'Oceano Pacifico a bordo del suo catamarano con i sistemi di navigazione inservibili. Un due a zero almeno altrettanto drammatico, che merita di essere raccontato.

La storia ricorda per molti aspetti il canovaccio di Cast away, il film il cui protagonista (Tom Hanks) diventava suo malgrado, dopo un incidente aereo che lo vedeva unico sopravvissuto, un naufrago solitario su un isolotto sperduto nei mari del Sud. Ma a differenza di Hanks, Shaddock non ha mai toccato terra e, al posto del pallone dal volto umano Wilson, ha avuto come compagno di sventura la sua cagnetta Bella. Il marinaio australiano aveva deciso di tentare un'avventura (quasi) solitaria partendo lo scorso aprile con il suo catamarano e con Bella dal porto messicano di La Paz nella Bassa California, con destinazione la Polinesia francese. La rotta prevedeva la bellezza di 3800 miglia di navigazione senza mai vedere uno scoglio, ma il destino vendicativo ci si è messo di traverso. Pochi giorni dopo la partenza, una violenta tempesta ha distrutto il timone e i sistemi di navigazione, lasciando i naviganti in balia delle onde.

Ai suoi salvatori, pescatori messicani d'alto mare che lo hanno raggiunto dopo che un elicottero aveva fortunosamente avvistato il catamarano, Shaddock ha raccontato un'esperienza drammatica, che lo ha lasciato allo stremo delle forze perché a bordo non c'era altro che una minima scorta di emergenza e attrezzi da pesca: lui e Bella sono sopravvissuti mangiando pesce crudo e bevendo acqua piovana. «Una combinazione di fortuna e abilità», ha raccontato agli uomini del «Maria Delia» che hanno tirato fuori dai guai lui e il suo cane, impressionati dal suo aspetto smagrito e selvaggio e incapaci di farlo smettere di parlare tanto era agitato e incredulo di essersi salvato ancora una volta da morte apparentemente certa.

Ancor più emozionata e grata a Dio è stata la madre del naufrago. L'anziana donna ha detto di aver saputo del salvataggio del figlio da un messaggio audio trasmesso dal capitano del peschereccio. I giornalisti hanno cercato di farle dire che avrebbe ingiunto al figlio di abbandonare le avventure estreme, ma lei si è dimostrata saggia e rispettosa: «Non possiamo vivere noi le vite dei nostri figli, deciderà lui ha risposto -. Io spero solo che torni presto in Australia e sono certa che passerà prima da un buon barbiere».

Secondo gli esperti, Shaddock è stato molto abile nel gestire la situazione: ha evitato al massimo di esporsi al sole per limitare la sudorazione e il rischio di disidratazione che avrebbe potuto ucciderlo.

Ha mangiato pochissimo ogni volta e non si è dimenticato di Bella, che al momento del salvataggio scodinzolava accanto a lui con gratitudine: con tutto il rispetto per il mitico Wilson, ha fatto per il suo padrone molto di più standogli vicino.

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