Il sopravvissuto Tridico si converte a Draghi per difendere la poltrona di presidente Inps

Il manager in quota M5s: "C'è la ripresa, non ci saranno tanti licenziati"

Il sopravvissuto Tridico si converte a Draghi per difendere la poltrona di presidente Inps

L'evanescenza del Movimento 5 stelle a causa della diatriba tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte produce effetti imprevisti. Soprattutto sul versante economico accade che manager pubblici vicini all'orizzonte pentastellato assumano un contegno meno giacobino e più improntato al dialogo e all'ottimismo.

Come testimoniato dal presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, che ieri a Radio24 ha minimizzato gli effetti dello sblocco dei licenziamenti. «Le persone a rischio sono effettivamente qualche migliaia, siamo di gran lunga inferiori rispetto alle cifre di centinaia di migliaia che si facevano negli scorsi mesi», ha dichiarato aggiungendo che l'avviso comune sottoscritto a Palazzo Chigi da sindacati, imprese e governo (utilizzo integrale della Cigs prima dei licenziamenti,ndr) «ci permette di pensare che non si verificheranno».

Anzi, il numero uno dell'istituto di previdenza ha sottolineato che ci sarà una «ripresa robusta» e «se questo trend sarà confermato, e questo può avvenire se non ci saranno nuove chiusure, vorrà dire che arriveremo ai livelli del 2019 in termini di entrate contributive». Il disavanzo di 7,1 miliardi dell'Inps nel 2020 «a causa delle minori entrate e maggiori uscite potrebbe essere già assorbito visto che nei primi 5 mesi 2021 abbiamo incassato già 5 miliardi».

L'andamento della cassa integrazione non autorizza il pessimismo. «Le aziende richiedono la cig, tuttavia ne usufruiscono di meno poiché nel rendiconto il tiraggio è di molto inferiore», ha precisato ricordando che «l'anno scorso eravamo al 50%, per i primi mesi di quest'anno siamo invece al 25-30%». Insomma, l'utilizzo «è di molto inferiore rispetto all'anno scorso» tant'è vero che il governo ha stanziato solo 8 miliardi a fronte dei 20 miliardi del 2020. Si tratta di un evidente cambio di paradigma se si considera come Tridico agli albori dell'esecutivo Draghi avesse sottolineato la «continuità» tra la vision dell'ex presidente Bce e quella del suo predecessore a Palazzo Chigi in materia di welfare. Dopo l'avvicendamento all'Anpal dell'altro «ideologo» pentastellato Mimmo Parisi, inventore del reddito di cittadinanza, è ovvio (e anche umano) allinearsi.

Tanto più se si pone attenzione al cambiamento del clima politico nelle relazioni industriali. Anche il battagliero presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha assunto un atteggiamento più conciliante, persino nei confronti del reddito di cittadinanza.

«Oggi c'è una parte del Paese che soffre a cui bisogna dare risposte», ha detto ieri il numero uno di Viale dell'Astronomia rimarcando che «pensare che al reddito di cittadinanza si possa cumulare un reddito di lavoro stagionale credo sia una strada su cui noi siamo pronti a fare un confronto con chiunque». Confindustria, perciò, è pronta al dialogo. «Chi ha il reddito di cittadinanza non lo perde se trova un lavoro, ma se non risponde per due volte alla chiamata di lavoro allora lo perde», ha concluso.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica