Sorpresa Lega, vince a Riace e Brescello

Il ko a Bibbiano mitigato dal boom al Papeete, nel paese di Peppone e nel feudo Pd

Sorpresa Lega, vince a Riace e Brescello

La regione che da rossa diventa verde, gli operai che abbandonano il comunismo per abbracciare il sovranismo, Don Camillo e Peppone che «oggi voterebbero Lega». L'Emilia Romagna era la preda più ambita da Salvini, l'ha battuta «casa per casa, strada per strada» celebre motto di Enrico Berlinguer, appunto , ne ha fatto un concentrato di luoghi simbolo: Bibbiano, la Brescello di Guareschi, la Bologna contesa alle sardine, il quartiere periferico del Pilastro reso celebre dalla citofonata ai presunti spacciatori tunisini. «Quello è stato il suo secondo Papeete» ha commentato il sindaco bolognese Virginio Merola. C'è infatti un altro luogo simbolo, il lido dell'estate salviniana a Milano Marittima, che non ha portato fortuna al leader della Lega (lì maturò l'idea di far cadere il governo gialloverde, senza mettere in conto che sarebbe arrivato quello giallorosso). Nel quartiere Pilastro il centrosinistra ha stravinto, mentre la Lega è passata al 19,1% rispetto al 23,5% delle Europee 2019. In zona Papeete, lo stabilimento-residenza estiva di Salvini, il responso è positivo. Lì, precisamente a Cervia frazione Milano Marittima, la Lega diventa il primo partito con il 35,4% superando il Pd, anche se la coalizione della Borgonzoni nel suo complesso perde rispetto al centrosinistra. Negativo il risultato a Bibbiano, forse il luogo più evocato nella campagna elettorale leghista, chiusa lì in contemporanea a pochi metri con la piazza delle sardine. Nel paesino del reggiano la Lega arriva al 29% ma molto indietro rispetto al «partito di Bibbiano», il Pd (40,7%), mentre il confronto tra le due coalizioni finisce 56 a 37 per il centrosinistra. Altro posto, altro simbolo: Brescello, la città di Don Camillo e Peppone, uno dei tanti comuni emiliani battuti dal leader leghista («Scommetto che Peppone oggi voterebbe Lega!» disse Salvini facendosi fotografare vicino alla statua del sindaco comunista inventato da Guareschi, «non avete idea di quanti vecchi comunisti mi abbiano detto in questi giorni: quelli del Pd preferiscono i banchieri agli operai, stavolta voto per voi!»). Ecco a Brescello il successo è arrivato: Lega primo partito oltre il 46%, Bonaccini surclassato di venti punti. Certo parliamo di un paese di quattro anime, ma pur sempre un simbolo. Come pure era importante il risultato dell'unico capoluogo di provincia governato da un sindaco leghista, ovvero Ferrara (il primo cittadino è Alan Fabbri, leghista di lungo corso). A Ferrara la Lega si conferma il primo partito con il 34,4%, ma la vittoria sul centrosinistra è di un soffio (142 voti di differenza) ma soprattutto il partito di Salvini arretra di due punti rispetto alle Europee dell'anno scorso. Ha fatto invece presa il discorso dello «Spielberg» tenuto a Comacchio, la cittadina lagunare in cui Salvini, sotto accusa per la nave Gregoretti, annunciò di essere pronto ad andare in galera e lì «da dentro, scriverò le Mie prigioni come Silvio Pellico». Ebbene a Comacchio la Lega ha sfondato con il 56%, stracciato il centrosinistra.

Ma i simboli salviniani sono anche altrove, in Calabria. Lì c'è la Riace di Mimmo Lucano, il sindaco dell'accoglienza idolo dei salotti tv.

Bè, com'è andata? Ha stravinto Salvini, la Lega è il primo partito di Riace con il 20%, la coalizione di centrodestra straccia la sinistra. Una realtà già messa in luce dalle Europee quando la Lega aveva sfondato nel comune del sindaco Lucano, che invece non era riuscito neppure a farsi rieleggere in Comune.

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