Le suppletive di Siena potrebbero non essere la passeggiata di salute immaginata da Enrico Letta al momento della sua candidatura. Sono troppi i dubbi che aleggiano al Nazareno, soprattutto perché il segretario del Pd ha annunciato di candidarsi dopo non pochi tentennamenti e perché UniCredit ha già presentato il piano di annessione di Mps. È soprattutto quest'ultimo il punto che preoccupa maggiormente gli analisi del Nazareno.
Enrico Letta, come spiegato nei giorni scorsi da Pasquale Napolitano su Il Giornale, vuole assolutamente essere in Parlamento entro febbraio 2022, quando si eleggerà il nuovo presidente della Repubblica. Vuole muovere i fili del suo partito dall'interno per giocare al meglio quella partita e il collegio di Siena sembrava essere la soluzione migliore in quest'ottica ma la velocizzazione delle operazioni di UniCredit ha sconquassato il suo piano e messo a repentaglio anche la sua carica di segretario di partito.
Marco Antonellis oggi è tornato sull'argomento e su Tpi.it ha rivelato che da Palazzo Chigi sarebbero state fatte rassicurazioni sul fatto che l'operazione sarebbe iniziata a ottobre, con la campagna elettorale ormai ultimata, proprio per non creare interferenze. Dal Nazareno ora però si chiedono se i due fatti non siano collegati, ovvero se chi ha suggerito a Enrico Letta di candidarsi a Siena fosse a conoscenza del fatto che UniCredit si stava preparando all'azione prima dei tempi previsti. La corte attorno al segretario dem pare sia pronta a mettere la mano sul fuoco sul fatto che Letta non avrebbe mai accettato la candidatura se avesse saputo della mossa anticipata di UniCredit. "Letta rischia di arrivare all'elezione del prossimo Capo dello Stato da semplice militante. La battuta gira al Nazareno", scriveva Napolitano qualche giorno fa.
Ora come non mai, le elezioni suppletive di Siena potrebbero rappresentare non solo un banco di prova importantissimo per il segretario del Partito democratico ma soprattutto un vero campo minato con scontri molto rischiosi per Enrico Letta. Al momento vige la più assoluta tranquillità su quel fronte e c'è chi sospetta che la situazione sia fin troppo calma. Matteo Renzi non sembra intenzionato a correre per quel seggio e Giuseppe Conte non ha mostrato interesse a quella candidatura. E in più, il più fervente oppositore interno al Pd, Andrea Marcucci, in un'intervista ha espresso il suo supporto a Enrico Letta.
Sembra tutto troppo facile per il segretario dem, tanto che al Nazareno serpeggia una domanda: "Stanno preparando qualcosa?". Gli orlandiani si smarcano da qualunque responsabilità, sottolineando la loro contrarietà alla candidatura di Enrico Letta e guardano con timore a Dario Franceschini. Il ministro della Cultura non ha rilasciato nessuna dichiarazione ma come spiega Antonellis su Tpi potrebbe decidere di "vendicarsi" per la sostituzione come capo delegazione al governo.
Nel Pd la tensione è alle stelle. Laura Cesaretti su Il Giornale ha riportato un retroscena interessante sulle preoccupazioni del Pd, espresse da uno dei parlamentari più autorevoli: "La verità è che, al momento, Enrico sta pensando solo a se stesso e a come vincere il suo collegio di Siena. L'importante è che a rimetterci non sia tutto il partito". Una considerazione fatta anche alla luce dell'ipotesi di cedere il collegio di Roma1, uno dei pochi fortini certi della sinistra, al M5s e a Giuseppe Conte in caso di elezione di Roberto Gualtieri.
Ma i timori del Pd sono rivolti anche a destra, non solo ai malumori interni, perché al Nazareno qualcuno sospetta che la coalizione stia architettando una mossa del cavallo.
"Dopo settimane di silenzio cresce l'opzione di schierare contro Letta il temutissimo sindaco di Siena Luigi de Mossi. Ecco l'incubo delle notti estive di Letta", spiega Napolitano. E sarebbe scacco matto per Enrico Letta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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