"Gli Stati generali inutili senza un pezzo di Paese". I dubbi del padre del Forum di Cernobbio

Alfredo Ambrosetti, antesignano della consulenza, fondatore dello Studio omonimo e ideatore del Forum di Cernobbio non rinuncia a esprimere opinioni, poco lusinghiere, nei confronti di un certo modo di fare politica.

"Gli Stati generali inutili senza un pezzo di Paese". I dubbi del padre del Forum di Cernobbio

Alfredo Ambrosetti, antesignano della consulenza, fondatore dello Studio omonimo e ideatore del Forum di Cernobbio e uno standing internazionale che pochi in patria possono vantare. Classe 1931, non ha rinunciato a dare il suo contributo. Da un anno e mezzo ha fondato l'Associazione per il progresso del Paese. E non rinuncia a esprimere opinioni, poco lusinghiere, nei confronti di un certo modo di fare politica.

Perché un'associazione?

«Per i tanti e troppi problemi che travagliano il nostro Paese. Ha aderito da subito una quantità incredibile di persone, esperti di grande capacità. È un'associazione rigorosamente non politicizzata e senza scopo di lucro. Non appoggiamo partiti e non vogliamo sostituirci a chi ci governa».

Come pensate di incidere?

«Abbiamo già prodotto molti documenti, e l'obiettivo è arrivare a una visione del futuro, capire cosa vuole diventare l'Italia, con chi ed entro quando. Seneca diceva che non esiste vento a favore per chi non conosce il porto. Ecco, l'Italia non conosce il porto. Non lo conoscono nemmeno i governi. Questo è il vero problema del Paese».

Che tipo di documenti?

«Ne abbiamo inviato uno al presidente Mattarella sulla gestione dell'emergenza coronavirus e sulla malagestione dell'economia. Alla situazione drammatica in cui versava già da tempo il nostro Paese si sono aggiunti i danni della pandemia. Ci siamo ritrovati a competere in un mondo globale con un corpo gracile e pieno di malanni. Con una reputazione all'estero non buona».

Lei conosce classi dirigenti di tutto il mondo. Come sono le nostre élite?

«La mia idea è che ci sia una frattura tra università e istituzioni. Io continuo a vedere eccellenze come il Politecnico di Milano e la Bocconi, avrei voluto che queste qualità venissero trasferite ai governi. Vorrei che gli italiani iniziassero a votare, conoscendo i curriculum di chi ci governa. Non lo abbiamo mai fatto e ci siamo ritrovati con governi di pessima qualità».

Solo noi?

«Negli Stati Uniti ci sono università di eccellenza, come il Mit, Stanford e Harvard. Chi va al governo viene da quelle università e quella qualità si trasferisce al governo. A Parigi c'è l'Ena, frequentato da chi vuole fare carriera nello Stato o nelle grandi aziende. Da noi non succede e non sono per nulla ottimista sul governo attuale. Abbiamo tanti politici che non hanno esperienze concrete e hanno fatto della politica un mestiere».

A chi vi rivolgete?

«Il destinatario sono gli italiani, il nostro Paese. Uno dei nostri rapporti è dedicato alla qualità della vita e il documento che definiremo sulla visione del futuro sarà proprio Italia-qualità della vita».

Per tornare a chi ci governa, crede che la classe politica sia all'altezza?

«Io penso ci sia un divario patologico tra le esperienze, la cultura e le conoscenze della attuale classe politica e le competenze che servirebbero per essere, se non vincenti, almeno non perdenti. Sono saltati i vincoli della distanza e il teatro competitivo ora è il Globo. Ci vuole chi abbia una indubbia competenza da spendere a livello mondiale. Lei mi sa trovare qualcuno che ce l'abbia nel nostro Paese?».

Cosa ne pensa della task force istituita dal premier?

«Colao lo conosco bene è stato mio cliente a lungo. Gli hanno fatto una commissione di 17 membri con dentro tutti, ma senza imprenditori. Commissioni come questa sono già state fatte, abbiamo centinaia di persone con questo ruolo. Ma non possono produrre niente se non confusione. Per mettere d'accordo tutti ci vuole del tempo ed è proprio il tempo a mancare».

E gli Stati Generali?

«Partecipano personaggi magari di cultura e di grande prestigio. Ma come decidono? Mettono ai voti? Tanto gli altri, quelli del governo, sono in maggioranza. E poi non partecipa l'opposizione, allora che tipo di risultati sperano di ottenere se tengono fuori un pezzo del Paese. Spero di essere smentito dai fatti, ma dagli Stati Generali ci si aspetta che venga fuori il programma concreto per il futuro del Paese. Lei pensa ci siano le premesse perché questo accada?.

Prossimi appuntamenti?

«Lunedì c'è una riunione in difesa della Lombardia. Tutti prendono di mira la Lombardia e si dimenticano che ha mantenuto il Paese con i suoi avanzi di bilancio. Il titolo è Lombardia motore a vantaggio di tutto il Paese».

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