Stop agli esperti della non politica

Far circolare il nome di Marta Cartabia come possibile presidente del Consiglio è l'ennesima picconata alla politica e alle istituzioni.

Stop agli esperti della non politica

Far circolare il nome di Marta Cartabia come possibile presidente del Consiglio è l'ennesima picconata alla politica e alle istituzioni.

L'idea che una stimatissima e validissima professionista del diritto costituzionale possa d'emblée guidare il governo del Paese è un oltraggio alla posizione. Equivale a dire che gestire una pandemia con misure straordinarie, definire l'utilizzo di 209 miliardi di cui 140 circa a debito, oltre a far funzionare l'intera nazione e presiedere il G20, con una maggioranza che sarebbe comunque rabberciata e risicata, è un affare alla portata di chiunque abbia una grande professionalità. Fini giuristi, grandi chirurghi, scienziati spaziali, si tengano pronti, ché non serve un mestiere specifico. Non è necessaria l'esperienza nelle amministrazioni locali, aver partecipato a tre o quattro commissioni parlamentari, essere stato relatore di un paio di leggi e decine di emendamenti, aver guidato in più occasioni un gruppo parlamentare, essere stato prima sottosegretario e poi ministro, aver seguito vertici e negoziati internazionali. Cose inutili.

Populismo è essenzialmente mettersi al livello del popolo, farsi riconoscere come uno di loro, capirne l'umore e farsene portavoce. Ma questo non per forza si traduce in comportamenti e linguaggi sguaiati o in un abbigliamento inopportuno. Si può stare in basso anche abbassando il livello della posizione, facendo intendere che quel posto potrebbe essere occupato da ogni altra persona, perché non richiede speciali abilità. Ma abbiamo già dato. Questo è stato il governo Conte.

Un premier pescato da quella riserva della Repubblica che sono le magistrature pubbliche, dove muoveva i primi passi che l'avrebbero probabilmente condotto a fare il capo di gabinetto, ossia un crocevia di relazioni e mediazioni al servizio di questo o quel ministro. Grazie a tali competenze è riuscito dove un politico avrebbe fallito, ossia servire in fila due maggioranze opposte, senza scontentarne nessuna nell'unico modo davvero possibile: non facendo. Agevolando ora questa politica ora il suo contrario, come un cameriere a cui i piatti non devono piacere, visto che li porta soltanto. Migranti no, migranti sì, pensioni sì, pensioni no, Europa no ma poi sì, Mes no anzi vedremo. All'inizio Berlusconi ne parlò apprezzandone gli abiti, che fu come dire di Vittorio Emanuele II che era un re galantuomo: un po' pochino, invero. Al cinema si direbbe: sotto il vestito niente.

Agli occhi dei cittadini le

istituzioni del Paese vanno rafforzate. Serve un leader con le competenze, l'esperienza e la visione per tracciare una rotta, con tanto di obiettivo, e che poi, solo poi, sia anche capace di convincere il popolo a seguirlo.

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