Storia semiseria di Roma vista da un quadro

Il commento

Dove è finita Roma?

Cosa resta, nella misera cronaca odierna, della Città eterna? Roma ha bisogno di una tutela vera per la sua grandezza e per la sua civiltà, non delle liti insensate di una amministrazione inconsapevole del suo compito. Il progetto dello Stadio e i progetti Olimpionici del bacino remiero nella grande azienda agricola di Galeria, e il Centro media nella piana Rai-Saxa Rubra, compromettono irreparabilmente quel che rimane delle piane alluvionali del Tevere.

È necessario mobilitarsi. Il pericolo più grande è perdere l'immagine e l'identità stessa di Roma e del suo imparagonabile centro storico. Roma è una città orizzontale che ha sapientemente rifiutato i grattacieli. Ora occorre contrastare una ulteriore tipologia di grattacieli sbilenchi che intendono vincere sulla storia e sulla bellezza di Roma. In questa deriva di ignoranza e di indifferenza il caso dello Stadio di Roma, nemico di Roma, è rimasto per troppo tempo sullo sfondo.

Va invece messo al centro del dibattito sul destino della città. Ogni volta che ci affacciamo dai noti e meno noti «belvedere» dei Colli che delimitano il Tevere in città (Gianicolo, Monte Mario, Aventino e giardini degli Aranci, Pincio e Villa Medici, etc. Socrate, Zodiaco, Inviolatella Borghese, Grottarossa) siamo stupefatti del miracolo! Roma, con i suoi valori architettonici e urbanistici e con la sua storia, è tutta sotto di noi e la sua conformazione orizzontale mette in evidenza il profilo delle cupole, dei monumenti, e ancora dei grandi parchi e della intera corona verde dei monti che la abbracciano da millenni. Roma antica e Roma moderna ancora convivono; Roma contemporanea si nasconde.

Questo unicum, queste particolarità esaltanti, queste conquiste di civiltà, che nemmeno il fascismo ha compromesso, questa secolare e istintiva capacità di resistere alla omologazione architettonica internazionale sono sotto la inquietante minaccia delle coalizioni politiche più inconsapevoli e pericolose che Roma abbia conosciuto. Che senso ha, davanti a queste prospettive, l'istituzione retorica di un assessorato alla «sostenibilità ambientale»? Cosa c'è da sostenere?

Se non resistiamo a questo disastro, se non salviamo il volto e l'anima di Roma, come possiamo pretendere di essere italiani, con la retorica del patrimonio artistico più importante e ricco del mondo? Il ministro dei Beni culturali può concedere autorizzazioni, avallando e assecondando, nella più bella Città del mondo, le miserabili e opportunistiche decisioni di amministrazioni locali che la trattano come l'ultima delle periferie da bonificare con uno Stadio? Dove è finita la grandezza di Roma? Di cinque stelle non rimangono che gli alberghi. Altro che Anac. Altro che moralità pubblica. Non occorre una autorità anticorruzione, occorre una autorità per la bellezza. E il decoro.

L'ultimo atto estetico, di festa e di fasto, per Roma si deve ai Casamonica. Poi fantasia, ironia, effimero barocco e rutilante sogno felliniano sono scomparsi. Soffocato anche il Giubileo. Dalla dolce vita alla cupa dissoluzione. Roma contemporanea è sepolta, sopravvivono le rovine. Roma antica e barocca è la vera Roma contemporanea, dimenticata, abbandonata. In un dipinto di Riccardo Tommasi Ferroni, si vedono zingari e accattoni che fanno un picnic in mezzo alla immondizia, placidi e ignari nella turpitudine, davanti a Roma cui voltano le spalle. Lo stato reale, attuale, di Roma è quello di Amatrice sotto le rovine. Ma Amatrice risorgerà. Roma è una città irrecuperabile, sotto un terremoto costante di ignoranza e irresponsabilità. Da Argan alla Raggi. Dalla Estate romana di Renato Nicolini all'assessorato alla «crescita culturale». Dalla festa mobile ai riti funebri, ultimo segnale di vita. Poi il buio di menti ottenebrate, che hanno perso due mesi per bonificare Roma dai petali di rosa dei Casamonica, facendo nascere Mafia capitale da Roma capitale. L'Anticorruzione ha ridotto Roma alla città della corruzione. Non c'erano riusciti neanche a Las Vegas. Un primato di sputtanamento di Stato. Cosi anche le puttane, per insufficiente dignità, se ne sono andate. Roma è finita.

Me lo ha confidato un ragazzo in una serata festosa di Eboli. Una bella serata, mentre su Roma è calata una notte senza fine. Da Roma città eterna a Roma città morta. Cristo si è fermato a Eboli? No. Cristo si è fermato a Roma.

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