La storica scala della Torre Eiffel battuta all'asta per 169mila euro. Boom di turisti

La storica scala della Torre Eiffel battuta all'asta per 169mila euro. Boom di turisti

Portarsi a casa un cimelio del monumento a pagamento più visitato al mondo. Ça y est. Fatto. Una sezione della scala originale della Tour Eiffel è stata battuta all'asta a Parigi per 169mila euro, una cifra tre volte superiore al prezzo di partenza, fissato dalla casa francese Artcurial tra i 40mila e i 60mila euro. Si tratta di una parte della scala elicoidale progettata da Gustave Eiffel nel 1889 - venticinque gradini per un totale di circa quattro metri - utilizzata per collegare il secondo e il terzo piano della torre prima della sostituzione con un ascensore, installato nel 1983.

Suddivisa dopo lo smantellamento in 24 sezioni, ciascuna alta dai 2 ai 9 metri, un pezzo della struttura si trova ancora all'interno del monumento simbolo della Ville Lumière, che con i suoi 6,2 milioni di visitatori nel 2017 (record mondiale per un'opera a pagamento) contribuisce a fare della Francia il Paese più visitato del pianeta, seguito da Stati Uniti, Spagna, Cina e Italia nella top five. Solo l'anno scorso i turisti stranieri nel Paese della liberté e delle ostriche sono stati 87 milioni e le entrate del settore circa 54 miliardi di euro. Novanta milioni di stranieri sono attesi per la fine di quest'anno, con l'obiettivo di arrivare a quota 100 milioni entro il 2020.

Altre tre parti della storica scala della Torre sono conservate all'interno di musei francesi, il Musée d'Orsay e la Cité des sciences, entrambi a Parigi, e il Musée de l'Histoire du Fer di Nancy. Le restanti venti sezioni sono esposte in vari angoli del mondo, da Yamanashi, in Giappone, a New York, vicino allo Statua della Libertà, oppure in mano a collezionisti privati, anche in Italia. Di queste fa parte il pezzo battuto martedì a Parigi, proveniente da una collezione canadese e finito in mano a un collezionista mediorientale. Non è la cifra più alta con la quale un privato si è aggiudicato una parte della Dama di ferro. Nel 2013 la casa d'aste Artcurial incassò 220mila euro per una sezione e nel 2016 si arrivò a una cifra di poco superiore al mezzo miliardo.

In Francia, dopo lo choc del terrorismo islamista, che nel 2015-2016 aveva fatto temere il peggio, dopo un 2017 «già eccezionale», il 2018 è già un anno dalle uova d'oro per le presenze turistiche, cresciute nei primi otto mesi del 6,3% tra i visitatori stranieri. E a registrare un record assoluto, secondo i dati del Comitato regionale del turismo, sono proprio la capitale e l'Île-de-France, la regione in cui è incastonata, le cui presenze sono cresciute del 13,4% nei primi otto mesi dell'anno tra i turisti stranieri, in testa americani, inglesi e tedeschi, mentre nello stesso periodo i visitatori francesi sono in ritirata (-1,2%).

Un boom che ha spinto il governo a mettere in agenda un piano per evitare il «sovraffollamento turistico», che «già suscita un rifiuto dei visitatori da parte degli abitanti di Venezia, Barcellona o Santorini. «Non siamo ancora al livello di Barcellona e Venezia, ma ci arriveremo - ha spiegato Jean-Baptiste Lemoyne, segretario di Stato incaricato del Turismo al ministero degli Esteri - Per questo ho fissato un nuovo obiettivo di sostenibilità e turismo duraturo». Che punta a incoraggiare chi arriva in Francia a puntare su altre destinazioni oltre alla capitale, al Mont Saint Michel e alla Costa Azzurra. «Dobbiamo incitare i turisti a non andare solo nei siti più noti». Impresa non facile, visto che - come denunciano molti operatori del settore - il problema in alcune zone del Paese sono le infrastrutture carenti.

Quanto al boom di Parigi e del suo capolavoro in ferro battuto - che quando cominciò a essere costruito nel 1887 fu definito «superfluo e mostruoso» da decine di scrittori, pittori, scultori e architetti in una lettera aperta «contro questa minaccia alla storia francese» - il numero di visitatori è talmente alto, ormai vicino a quota 7 milioni l'anno (di cui il 75% sono stranieri), da aver scatenato uno sciopero del personale l'anno scorso. I dipendenti della Torre hanno incrociato le braccia per un giorno, lo scorso agosto, per protestare contro le «file d'attesa a volte mostruose».

Un problema di organizzazione, secondo i sindacati, visto che molti arrivano ai piedi della Dama già muniti di biglietti acquistati in prevendita. Caos che si aggiunge a caos. Ma vuoi mettere il gusto di andare a Parigi e godersi la Torre in tutta la sua magnificenza?

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