«Su quel treno un nostro soldato»

L'Isis rivendica l'assalto in Germania. E la politica della Merkel finisce nel mirino

Noam Benjamin

Berlino Non si è trattato del gesto di uno squilibrato ma di un vero e proprio attacco jihadista. L'agenzia Amaq, vicina allo Stato islamico, ha diffuso un video di Mohammed Riyadh che, coltello alla mano, si presenta come «soldato del califfato» annunciando in pashtu la sua intenzione di condurre «un'operazione» in Germania. Il video è sottotitolato in arabo. Riyadh è il 17enne afghano che lunedì sera è salito a Ochsenfurt, in Baviera, su un treno regionale per Würzburg, con un coltello e un'accetta. Dopo aver gridato tre volte «Allah uhakbar», ha colpito una famiglia di sfortunati turisti di Hong-Kong in gita di piacere in Germania, ferendo gravemente due persone. Altre 14 sono state ricoverate in stato di choc per aver assistito all'atto che ha trasformato il compartimento del regionale in un bagno di sangue.

Raggiunta Würzburg, il giovane è sceso dal treno dove è stato ucciso dalla polizia. «Spero che le vittime dell'attacco possano rimettersi presto», ha dichiarato il ministro bavarese degli Interni, Joachim Herrmann che ha anche auspicato una maggiore presenza della polizia sul territorio, «e tuttavia non possiamo mettere un poliziotto su ogni treno», ha aggiunto, ricordando che compito delle autorità è fare il possibile per prevenire gli attacchi dei malintenzionati. Nelle ore subito successive all'attentato, Herrmann non aveva escluso la pista della malattia mentale. L'attacco cioè non sarebbe stato motivato dall'adesione alla jihad ma dall'instabilità del giovane. Una distinzione che appare sempre più inutile: è ormai evidente che i social media manager dello Stato islamico, pagati dal califfo al-Baghdadi molto più degli stessi combattenti, hanno sviluppato l'abilità di trasformare tanti cosiddetti «lupi solitari» in kamikaze agli ordini dell'Isis. Giovani senza prospettive, disoccupati, divorziati e ora anche profughi: esseri umani in difficoltà ma non per questo necessariamente etichettabili come malati di mente.

Ryadh era arrivato, da solo, due anni fa dall'Afghanistan. Senza famiglia in fuga dal fanatismo dei talebani, il giovane aveva ottenuto la protezione dello Stato, e dopo una lunga permanenza in un ostello per rifugiati, solo due settimane fa era stato assegnato a una famiglia tedesca che si prendesse cura di lui. Tuttavia, anziché integrarsi, il giovane pensava alla guerra santa: nella sua camera gli investigatori hanno ritrovato una bandiera dell'Isis dipinta a mano e degli appunti scritti in pashtu che la polizia ha poi diffuso: «Mi vendicherò degli infedeli e andrò in paradiso» si legge in uno. Il caso di Würzburg è destinato a riaccendere la polemica sulla politica di accoglienza ai profughi mediorientali dettata un anno fa da Angela Merkel.

In pochi mesi, la Repubblica federale tedesca ha accolto 1,1 milioni di rifugiati, molti dei quali afgani. A fine 2015 il governo di Berlino ha avviato una campagna di informazione in Afghanistan che invita a non prendere alla leggera la decisione di partire per la Germania.

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