Svolta più vicina sulla Brexit Tusk: «Sì al piano in stile Canada»

Gaia Cesare

I pro-Brexit più accaniti già esultano, Boris Johnson si prende la rivincita sulla rivincita della Dancing Queen Theresa May ma soprattutto un accordo sulla Brexit, tra Regno Unito e Unione europea, da ieri sembra più vicino di quanto non lo sia mai stato finora mentre la leadership della premier inglese traballante come sempre. Tra i due litiganti l'Unione europea e il Regno Unito il terzo a godere potrebbe essere proprio BoJo. Dopo un incontro con il primo ministro irlandese Leo Varadkar, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk fa sapere in una nota che «dall'inizio dei negoziati, l'offerta europea è stata non un semplice accordo come quello di libero scambio con il Canada, ma un Canada+++, ancora più ampio sul commercio, la sicurezza internazionale e la cooperazione sulla politica estera». Sarebbe l'intesa sul modello proposto da Johnson, l'ex ministro degli Esteri che ha duramente contestato appena due giorni fa, dal palco del Congresso dei Tory, il piano Chequers proposto da Theresa May, contro il quale ha dato le dimissioni a luglio. Tusk prende inaspettatamente le parti dell'ex ministro considerato espressione dell'ala più dura dei pro-Brexit. «Questa (il Canada +++) è una vera misura di rispetto», dice il presidente del Consiglio Ue, polemico nei confronti della premier May che ieri, nel suo discorso di chiusura del Congresso del Partito conservatore, aveva ribadito di trattare la Ue con rispetto e di aspettarsi lo stesso. Infastidito dal riferimento, Tusk replica: «Argomenti emotivi che mettono l'accento sulla questione della dignità suonano attraenti ma non facilitano l'accordo». «La nostra offerta - ribadisce Tusk sul Canada +++ - resta in piedi (...) anche se non abbiamo cambiato idea: le conseguenze della Brexit saranno negative per entrambi».

Nonostante l'offerta Tusk differisca in parte dalla proposta Johnson (non darebbe gli stessi livelli di accesso al mercato unico come l'appartenenza alla Ue) nelle ore in cui a Londra circola la nota, c'è aria di svolta. «Eccellente notizia», dice l'hard Brexiter Jacob Rees-Mogg, presidente dello European Research Group, considerato papabile futuro Cancelliere se Johnson diventasse premier.

«Molto incoraggiato» si dice anche Steve Baker, sottosegretario per la Brexit, anche lui uscito dal governo contro il piano di Lady May, già definito «morto» peraltro dallo stesso Tusk. Chi sembra ora in vero imbarazzo è Theresa May, che rischia di dover chiudere l'intesa sulla Brexit lavorando sulla proposta del suo peggior nemico interno.

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