Il taglio delle Regioni: stop ai vitalizi d'oro

Allo studio una norma per ridurre le pensioni d'oro degli ex consiglieri regionali

Il taglio delle Regioni: stop ai vitalizi d'oro

Non più tardi di qualche anno fa i consiglieri regionali andavano in pensione a 50 anni con un vitalizio d'oro. Adesso non è più così, o almeno non lo sarà a breve. Nei giorni scorsi, come riporta Il Messaggero, si è riunita la conferenza dei presidenti dei Consigli regionali per tagliare drasticamente i vitalizi d'oro anche a chi ce l'ha già.

Eros Brega, presidente del consiglio dell'Umbria, dovrà preparare una proposta per tutte le Regioni italiane, anche se il Trentino e la Lombardia hanno già provveduto a tagliare i privilegi economici dei consiglieri. Gli interventi dovrebbero essere tre. Il primo riguarda l'età di accesso al vitalizio che verrebbe portata a 65 anni o, come accade alla Camera, a 60 anni con una penalità. Il secondo intervento dovrebbe riguardare il cumulo dei vitalizi, visto che alcuni consiglieri hanno accumulato doppi o tripli assegni. Alcuni, infatti, hanno i vitalizi del Consiglio regionale più quello del Parlamento o dell'Europarlamento. Il terzo provvedimento dovrebbe, infine, riguardare il tetto massimo del vitalizio, che dovrebbe attestarsi intorno ai 6mila euro massimo, anche per quelli già in pagamento.

Il costo dei vitalizi per le Regioni, scrive Il Messaggero, sta diventando insostenibile. Nel Lazio ben il 33% delle risorse del Consiglio è destinato ai vitalizi, mentre il Veneto dà più soldi agli ex consiglieri rispetto a quelli attualmente in Regione. E la sostenibilità diventerà ancora più difficile perché visto che i nuovi eletti, che avranno il sistema pensionistico contributivo, non verseranno più i soldi in un apposito fondo-vitalizi.

Dunque le spese delle Regioni sarà maggiore. E naturalmente sono numerosi gli ex consiglieri regionali, già in pensione, che hanno annunciato di volersi rivolgere agli avvocati.

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