Tajani, sì al piano europeo. "Garanzia di sicurezza"

Il vicepremier spiega: "La linea del governo è questa. E non è riarmo". Il collega Salvini scettico: "Più debito per missili da dare a Macron?"

Tajani, sì al piano europeo. "Garanzia di sicurezza"
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Antonio Tajani deve dirlo ancora una volta da Ancona, rispondendo a Matteo Salvini che critica il piano di riarmo dell'Unione Europea: «In politica estera la linea del governo è quella che traccia il presidente del Consiglio con il ministro degli Esteri».

Da vicepremier e titolare della Farnesina, il leader di Forza Italia si trova continuamente rispondere a chi gli chiede conto delle esternazioni dell'altro vicepremier e ministro dei Trasporti. Nelle stesse ore il segretario della Lega invita gli italiani a firmare nei gazebo «per la pace in Ucraina e la pace fiscale» (strano accostamento) allestiti nelle piazze cittadine, dicendo che Zelensky, Putin e Trump, «parlano di pace e qualcuno fra Bruxelles e Parigi parla di armi nucleari, di invio di soldati in Ucraina e usa toni di guerra». Critica il piano da 800 miliardi per riarmare l'Europa, si augura che l'Ue «sia al tavolo, ma per costruire la pace».

Il piano per la difesa comune, reso urgente dal disimpegno americano in Ucraina, divide maggioranza e opposizione, ognuno si fa la sua manifestazione e occupa la sua piazza.

«Sono d'accordo con Meloni su tutto, riarmo non significa solo armi e bombe ma anche e soprattutto maggior sicurezza sulle nostre strade, per le nostre imprese e la popolazione», sostiene Tajani. Lui evita sempre la contrapposizione diretta, ma Salvini non abbassa i toni, né smorza le sue tesi filoputiniane, neppure dopo il vertice di martedì in cui la premier ha raccomandato ai suoi vice di evitare divisioni. A Bologna insiste: «Che vadano difesi i confini e potenziati gli eserciti dei singoli stati nazionali sono d'accordo, però se devo fare debito pubblico che poi pagano i bolognesi non per sistemare le scuole e gli ospedali, ma per comprare razzi e missili che poi magari gestisce Macron, posso esprimere perplessità e dubbi? Non significa mettere in difficoltà nessuno. Sono convinto che anche il premier italiano abbia la stessa posizione nei tavoli a Bruxelles».

Il segretario di Fi, che ironizza spesso su pacifisti ed europeisti a fasi alterne, a destra e sinistra, risponde con una serie di manifestazioni che esaltano l'appartenenza del suo partito al Ppe, in vista del congresso dei popolari di fine aprile a Valencia.

Ad Ancona il tema è Le Radici cristiane e il futuro dell'Europa e Tajani spiega che il piano ReaArm Europe è soprattutto «un piano per la sicurezza delle persone e non per il riarmo» e dice di non aver considerato l'invio di truppe in Ucraina, semmai possibile solo dopo una decisione dell'Onu che coinvolga la Russia. Su questo punto almeno c'è l'accordo in maggioranza e Salvini stesso parla di governo «assolutamente compatto sull'invio di militari».

All'incontro marchigiano di Fi partecipa, in collegamento, la presidente del parlamento europeo Roberta Metsola, per sottolineare la centralità dell'Europa nelle trattative di pace in Ucraina: «Investiamo nella difesa per mobilitare risorse per la sicurezza e per rafforzare la collaborazione con la Nato».

Mentre la sinistra organizza manifestazioni per l'Europa, Fi ritiene di non aver bisogno di scendere in piazza perché l'europeismo è nel Dna del partito fondato da Silvio Berlusconi.

«Siamo talmente europeisti - dice Tajani- che vogliamo il mercato unico dell'energia, crediamo nel mercato europeo. Il vero problema è che c'è in Europa qualcuno che dice di essere europeista e poi invece blocca la nascita del mercato unico, come blocca l'unione bancaria».

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