Tenta di gettarsi da un ponte, il carabiniere la salva

Giorgia Meloni: "Grazie a questi eroi in divisa". Il militare, con un collega, ha tenuto la ventenne per un braccio per 15 minuti

Tenta di gettarsi da un ponte, il carabiniere la salva
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«Non mi lasciate. Non voglio morire!». Ha scelto la sera del 25 dicembre per farla finita, lanciandosi nel vuoto, una 20enne di Bari. Ma i carabinieri del nucleo radiomobile, accorsi sul posto, le hanno afferrato le braccia e per 15 interminabili minuti l'hanno sorretta strappandola alla morte.

Eccola la storia di Natale, protagonista una giovane disperata e una coppia di carabinieri di pattuglia sulla tangenziale. Eroi in divisa che hanno fatto l'impossibile per salvare l'aspirante suicida. «A un certo punto non ce la facevamo più, le braccia erano doloranti ma non potevamo mollare la presa soprattutto perché ha detto Non mi lasciare». Il brigadiere capo Pasquale Rutigliani racconta di quella mezz'ora al cardiopalmo quando ha afferrato per le braccia la giovane. «È andata bene, ora è in salvo. È stato un intervento complicato ma non è il primo della mia vita da carabiniere», dice. Sono passate le 19,30 quando arrivano le prime segnalazioni al 112. C'è una persona che cammina lungo la statale 16, sulla bretella che scavalca via Giulio Petroni alla periferia sud della città. La prima «gazzella» si precipita lungo la carreggiata nord ma non fa in tempo a fermare la giovane che questa scavalca il parapetto e si ferma sul cornicione. Urla disperata, non vuole che si avvicini nessuno. Inizia una lunga trattativa per raggiungerla, calmarla e farla desistere. «Non ci dava spiegazioni sui motivi per i quali si voleva togliere la vita. Ma era agitatissima. Noi prendevamo tempo avvicinandoci, però, sempre di più». I minuti passano, dopo almeno un quarto d'ora la giovane, improvvisamente, si lascia andare tenendosi con le braccia sulla grata in ferro. Non c'è più tempo. Il brigadiere Rutigliani con una mano si sorregge sulla recinzione, con l'altra afferra un braccio della ragazza che penzola nel vuoto. Arriva in suo aiuto l'appuntato scelto Vincenzo Cespites. «Abbiamo capito che non voleva andasse come aveva deciso» spiega Cespites. Dalla radio viene lanciato l'Sos. «Allertate i vigili del fuoco, ci serve un'autoscala. Fate presto!».

Il salto è di almeno 15 metri e quei 50 e più chili pesano sempre di più sulle braccia dei militari, stremati dallo sforzo. Passano altri 10 minuti, i due sono sfiniti quando arrivano i pompieri che, da sotto il ponte, si avvicinano alla ragazza. Il brigadiere Rutigliani con un braccio l'afferra per le spalle mentre Cespites ha le mani strette sulla 20enne. Il rischio è di finire tutti e tre di sotto. «Bisogna trovarsi in queste situazioni - conclude il brigadiere -, sono padre e il più piccolo dei miei tre figli ha la stessa età di quella donna».

Ancora pochi secondi e ci pensano i vigili del fuoco a imbracare la ragazza e a metterla in sicurezza. Soccorsa dal 118, la donna viene ricoverata al policlinico di Bari per accertamenti.

Per i militari dell'Arma arriva anche il plauso della premier.

Giorgia Meloni, infatti, ripetendo le commoventi parole del brigadiere Rutigliani, scrive in serata sul suo profilo X: «Può essere mia figlia, non la devo lasciare. Grazie alla prontezza di Pasquale e dei suoi colleghi dell'Arma dei Carabinieri (...) la giovane è salva. Un ringraziamento speciale a questi eroi in divisa».

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