Il peso di essere «la prima donna a capo del governo» lo sente, eccome. E per questo, dice Giorgia Meloni in Aula, sente anche «la responsabilità nei confronti che di tutte quelle donne che attraversano difficoltà per affermare il loro talento». Nel discorso per la fiducia alla Camera la premier ricorda le altre donne che «hanno costruito quella scala che oggi permette a me di rompere il tetto di cristallo». Che «hanno osato, per impeto, per ragione, per amore, come Cristina, Rosalie dei Mille, come Alfonsina contro i pregiudizi. E ancora Grazia, Tina, Nilde, Oriana, Samantha Chiara, grazie per aver dimostrato il valore delle italiane». Cristina Trivulzio di Belgioioso «elegante organizzatrice di salotti e barricate», nobildonna, patriota e protagonista del Risorgimento e della lotta per l'Unità d'Italia. Rosalie Montmasson, «testarda al punto da partire con i Mille che fecero l'Italia». Alfonsina Strada che «pedalò forte contro il vento del pregiudizio». E ancora Maria Montessori e Grazia Deledda «che con il loro esempio spalancarono i cancelli dell'istruzione alle bambine di tutto il Paese». E poi Tina Anselmi, Nilde Jotti, Rita Levi Montalcini, Oriana Fallaci, Ilaria Alpi, Mariagrazia Cutuli, Fabiola Giannotti, Marta Cartabia, Elisabetta Casellati, Samantha Cristoforetti, Chiara Corbella Petrillo.
Dopo gli applausi in aula, arrivano a stretto giro le puntualizzazioni delle donne del Pd. «È stato un comizio - dice Paola De Micheli - L'unica cosa positiva del discoso il ringraziamento alle donne che l'hanno preceduta nelle istituzioni, come Tina Anselmi e Nilde Iotti». E poi Laura Boldrini: «Se non mi piace il nome Fratelli d'Italia? Dico solo che in questo nome non sono rappresentate le donne, nelle denominazioni bisognerebbe esser inclusivi», dice la deputata a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1. Quindi Fratelli e Sorelle d'Italia? «Ecco, ad esempio, sarebbe meglio». Per la dem Valeria Valente «è un ritorno al passato sulla necessità della conciliazione tutta al femminile tra lavoro e figli. Non una parola contro la violenza di genere e i femminicidi». Meloni risponde però alla capogruppo del Pd Debora Serracchiani che aveva puntualizzato: «Coltivo la speranza, che l'idea che questo tetto di cristallo che si è rotto non si richiuda con una politica, che ci sembra di scorgere, vuole le donne un passo indietro agli uomini e dedite solo alla famiglia e ai figli». La premier replica: «Ho sentito dire che io vorrei le donne un passo dietro agli uomini.
Onorevole Serracchiani, le sembra che io stia un passo dietro agli uomini? Ho parlato di lavoro, di welfare, di una società che non costringa a scegliere tra lavoro e maternità. Certo ho parlato anche di natalità e di famiglia».
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