Tornati in patria per combattere Sono già 66mila in dodici brigate

Sono rientrati in migliaia per combattere per il proprio Paese. Almeno 66 mila ucraini negli ultimi 10 giorni.

Tornati in patria per combattere Sono già 66mila in dodici brigate

Sono rientrati in migliaia per combattere per il proprio Paese. Almeno 66 mila ucraini negli ultimi 10 giorni, richiamati dalla necessità di fermare l'esercito russo, formando così 12 brigate di combattimento. Non si tira indietro nessuno: mostri il tesserino sanitario e ti viene consegnata un'arma. Le truppe sono schierate su 4 livelli: prima l'esercito regolare, poi i riservisti. A seguire i detenuti che vengono fatti uscire dal carcere. Infine tutta la popolazione maschile dai 18 ai 60 anni. Alberto Capannini responsabile di Operazione Colomba (Corpo nonviolento di pace della Comunità Papa Giovanni XXIII,) sta rientrando dalla missione di pace a Leopoli, in Ucraina.

I volontari che sono entrati a Leopoli hanno raccontato una città che si è trasformata in un immenso campo profughi a cielo aperto.

La città, che si trova nella parte più occidentale dell'Ucraina, è completamente paralizzata dalla presenza di decine di migliaia di persone arrivate da tutto il Paese. Quasi impossibile trovare luoghi per rifocillarsi e un gran numero di madri, sole con i propri bambini, si trovano a dormire per strada al freddo. Tra le varie testimonianze, anche il rifornimento di armi, visto nei capannelli di uomini nelle strade della città Ucraina.

Capannini spiega che si stanno organizzando i gruppi territoriali.

In molti ritengono che i russi non arriveranno mai tanto ad ovest. L'ipotesi è che se Kiev dovesse cadere il governo si sposterebbe qui e dunque la città diventerebbe un primo obiettivo. Leopoli però sarebbe ancora più difficile da espugnare

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