Tregua, pressing e fiducia Bibi: "Hamas va distrutta"

I miliziani aprono al piano Biden: "Ma decidono Deif e Sinwar". Netanyahu insiste: "Non cambia nulla"

Tregua, pressing e fiducia Bibi: "Hamas va distrutta"
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Il presidente americano Joe Biden ha annunciato un piano in tre fasi per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Mentre i rappresentanti di Egitto, Israele e Stati Uniti si incontreranno oggi al Cairo per discutere della riapertura del valico di Rafah. A riferirlo è la tv egiziana Al-Qahera. L'azione diplomatica ha accelerato di nuovo. Una «fonte di alto livello» ha fatto sapere anche che sono in corso «intensi sforzi del Cairo per tornare ai negoziati». L'Egitto considera però la parte israeliana responsabile del peggioramento delle condizioni umanitarie nella Striscia. Al-Qahera sottolinea infatti che il Cairo chiede «un ritiro totale di Tel Aviv» dal valico di Rafah. Una richiesta che non piace al governo israeliano e infatti è arrivato subito il monito del primo ministro Benjamin Netanyahu: «Le condizioni di Israele per porre fine alla guerra non sono cambiate, ovvero: la distruzione di Hamas, la liberazione di tutti gli ostaggi e la garanzia che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele». Lo Stato ebraico «continuerà a insistere che queste siano soddisfatte prima che venga messo in atto un cessate il fuoco permanente», ha tuonato il premier. Mentre il capo dell'opposizione Yair Lapid ha ripetuto: «Il governo di Israele non può ignorare il discorso di Biden».

I leader di Hamas all'estero invece hanno espresso sostegno alle proposte avanzate da Biden ma hanno sostenuto che la risposta definitiva spetta a Yahya Sinwar e Mohammed Deif, capi della fazione islamica a Gaza. Mentre la Jihad islamica ha fatto sapere che sta esaminando lo schema presentato dal presidente americano ma di guardarlo con «sospetto» visto che ha il favore del governo israeliano. Ed è iniziato subito il pressing internazionale. Dal segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, al presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ma anche il ministro degli Esteri britannico David Cameron e il presidente francese Emmanuel Macron, tutti spingono perché Hamas accetti l'accordo. Pure il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani ha commentato: «Sosteniamo l'ultima proposta sul tavolo».

Intanto la collera dei familiari degli ostaggi non si placa. I loro rappresentanti hanno chiesto a tutte le parti di accettare subito la proposta di Biden. «Vogliamo che tornino da Gaza vivi e presto», ha dichiarato Gili Roman. Sua sorella, Yarden Roman-Gat, è stata liberata durante la tregua di novembre, mentre sua cognata, Carmel, è ancora in prigionia. «Questa potrebbe essere l'ultima possibilità», ha poi concluso. Molti parenti dei rapiti accusano il governo dello Stato ebraico di non aver voluto, sinora, raggiungere un accordo. E «questo è costato la vita a molte persone», ha affermato Sharone Lipschitz, la cui madre - Yocheved - è stata liberata a novembre, mentre il padre Oded è ancora prigioniero. La rabbia non ha tregua. Sono molte le manifestazioni in tutta Israele contro il governo. La principale, oltre quelle a Gerusalemme, Haifa, Cesarea e Be'er Sheva, si è svolta a Tel Aviv.

Il lavoro della diplomazia però va avanti.

Il ministro degli esteri dell'Arabia Saudita, il principe Faisal bin Farhan Al Saud, ha ricevuto una telefonata dal segretario di Stato americano, Antony Blinken, durante la quale hanno discusso l'ultima proposta di cessate il fuoco. Venerdì Blinken ne ha parlato anche con i ministri degli esteri di Turchia e Giordania. «Abbiamo la possibilità di porre fine alla guerra a Gaza. Hamas dovrebbe accettare l'accordo», ha scritto Blinken su X.

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