"Credo che il ministro dell'Interno non possa mai travalicare e azzerare il sacrosanto diritto di bambini, donne in gravidanza, ammalati o persone in difficoltà di essere soccorsi". Lo ha dichiarato il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, in merito alla questione della Mare Jonio.
Ieri la nave della Ong Mediterranea aveva soccorso un'imbarcazione alla deriva con a bordo "circa 100 migranti, tra cui 26 donne di cui 8 incinte, 22 bambini sotto i dieci anni e 6 minori non accompagnati". Poi la Mare Jonio aveva chiesto istruzioni al centro di coordinamento marittimo italiano e si era sentita rispondere con un divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque territoriali.
Il provvedimento era stato firmato dal ministro dell'Interno Matteo Salvini e controfirmato dai ministri Toninelli e Trenta. "Ieri ho firmato l'ennesimo decreto interministeriale su divieto di sbarco perché tecnicamente, dal punto di vista militare, non vi erano ostacoli a ciò - ha spiegato oggi la Trenta su Facebook -. Contemporaneamente credo però che il ministro dell'Interno, pur nell'ambito dei suoi poteri in materia di ordine e sicurezza pubblica come dettati dalla disciplina del decreto Sicurezza bis, non possa mai travalicare e azzerare il sacrosanto diritto di bambini, donne in gravidanza, ammalati o persone in difficoltà di essere soccorsi".
"Il soccorso a queste persone diventa diritto di ingresso perché a fianco del decreto Sicurezza sono vigenti, per fortuna, norme internazionali e norme interne che lo impongono - ha continuato attaccando Salvini -.
Si tratta di principi sacrosanti che fanno parte della nostra cultura intrisa della tutela umanitaria e della salvaguardia dei diritti dell'uomo".Poi la decisione del Viminale: "Come sempre fatto in passato, dalla Mare Jonio potranno scendere donne, bambini e malati".
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