Il tribunale "libera" l'Europarlamento. Si potrà entrare anche senza green pass

Accolto il ricorso di alcuni deputati e lavoratori, arriva la sospensiva. Ma Bruxelles non conferma: "Non abbiamo ricevuto alcuna notifica"

Il tribunale "libera" l'Europarlamento. Si potrà entrare anche senza green pass

Vittoria (con giallo) per gli europarlamentari No Vax. Il Tribunale dell'Eu, in seguito al ricorso presentato dall'associazione Asb Bon Droit e al quale avevano aderito deputati e lavoratori, avrebbe sospeso l'obbligo di esibire il passaporto verde per accedere agli spazi dell'assemblea deciso lo scorso 27 ottobre dall'Ufficio di presidenza per regolare a partire dal 3 novembre l'accesso negli edifici di competenza a Strasburgo, Bruxelles e Lussemburgo. Secondo i ricorrenti l'obbligo di certificato vaccinale avrebbe leso i loro diritti e le loro libertà fondamentali. Contro l'obbligo di esibire il Green pass ai tornelli del Parlamento si erano schierati anche i sindacati che rappresentano i circa 8mila dipendenti dell'Europarlamento.

Ad annunciare la svolta è stata, su Twitter, l'europarlamentare italiana Francesca Donato, leghista, iscritta al gruppo misto, tra coloro che ha contestato l'obbligo, che ha reso noto il provvedimento del presidente del Tribunale, Marc van Der Woude. «Grazie a una sospensiva decisa dal Tribunale dell'Ue - scrive Donato - da lunedì 8 novembre (oggi, ndr) per me e altri quattro colleghi deputati e per i lavoratori del Parlamento Europeo che hanno fatto ricorso non sarà necessario esibire il Green pass per accedere al Parlamento europeo fino alla decisione della Corte nel merito».

La notizia per la verità non trova conferma ufficiale, visto che fonti interne precisano che «il Parlamento europeo non ha ancora ricevuto notifica della recente ordinanza della Corte europea di Giustizia sul Green pass» e che «tutte le valutazioni necessarie saranno fatte al momento della ricezione del testo da parte della Corte». Ma il testo della sospensiva parlerebbe chiaro: «Appare necessario - si legge - nell'interesse della buona amministrazione della giustizia, rinviare l'esecuzione della decisione impugnata limitando le condizioni di accesso dei ricorrenti ai locali del Parlamento europeo all'esigenza di un autotest negativo». Test che, in caso di esito positivo, dovrà essere seguito da un altro test Pcr. Se anche quest'ultimo sarà «rosso» potrà scattare il divieto di accesso agli ambienti del Parlamento.

«Si tratta di un segnale molto positivo - spiega Donato -. Grazie a questa decisione temporaneamente io e i miei colleghi, ma anche i lavoratori dell'Europarlamento che hanno promosso il ricorso contro l'imposizione del Bureau, non saremo più tenuti a presentare il Green pass e potremo accedere agli edifici del Parlamento con la semplice presentazione di un autotest negativo». Un primo round dunque a favore per l'eurodeputata di Palermo. «In attesa della decisione finale del Tribunale che dovrebbe arrivare entro la fine dell'anno, con gli altri colleghi parlamentari scriveremo una lettera al presidente del Parlamento europeo Sassoli per chiedere di sospendere in via precauzionale il provvedimento del Bureau sul Green pass obbligatorio per tutti gli eurodeputati ed i lavoratori del Parlamento Ue».

Le polemiche a Bruxelles e la sospensiva dell'eurotribunale stridono con quanto avviene in molti Paesi, dove i parlamenti locali hanno deciso per l'adozione dell'obbligo di green pass. In Italia sia la Camera dei deputati (dove il presidente Roberto Fico ha emanato un regolamento che si allinea a quanto previsto nel Decreto Legge 21 settembre 2021 n. 127 per le Pubbliche Amministrazioni) sia il Senato sono off limits per chi non è dotato di passaporto verde.

A Palazzo Madama pochi giorni dopo l'entrata in vigore dell'obbligo c'è stato il caso della senatrice di Altenativa C'è Bianca Laura Granato, che ha forzato i controlli all'ingresso per prendere parte ai lavori della commissione Affari costituzionali, prima che il presidente della stessa sospendesse i lavori. Una violazione che non ha avuto seguito.

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