Il tribunale libera il migrante. "L'Egitto non è sicuro". Braccio di ferro col governo

Catania non convalida il trattenimento. Molteni: "Si valuti il caso, non il Paese"

Sbarco a Lampedusa
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«La politica decide quali sono i Paesi sicuri, il giudice valuta caso per caso». Lo ha sancito circa due settimane fa la Corte di Cassazione rispondendo a un rinvio pregiudiziale del tribunale di Roma precedente il decreto con cui il governo ha modificato la lista dei Paesi sicuri. Ma, in attesa che il 25 febbraio si pronunci la Corte di Giustizia Europea, un giudice ha scardinato i paletti fissati dalla Suprema Corte. Ritenendo che l'Egitto non sia in termini assoluti un Paese sicuro, il giudice Rosario Maria Annibale Cupri, della sezione immigrazione del tribunale di Catania, non ha convalidato il trattenimento di un 30enne egiziano sbarcato in Sicilia e trattenuto nel centro di Pozzallo-Modica disposto dal questore di Ragusa, Marco Giambra. Cupri ha argomentato dicendo che «Sul punto la Suprema Corte si esprime chiaramente laddove afferma che: La valutazione di sicurezza contenuta nel decreto ministeriale non impedisce al giudice di prendere in considerazione specifiche situazioni di persecuzione che per il loro carattere esteso e generalizzato siano tali da rendere il Paese obiettivamente insicuro». Ha tenuto in considerazione, tra le altre cose, denunce in Egitto di arresti arbitrari, violenze sessuali, discriminazioni, mancanza di garanzie processuali, ritenendo che «la valutazione di sicurezza di un Paese anche in presenza di eccezioni soggettive non impedisce al giudice ordinario, chiamato a valutare la legittimità di un trattenimento, di esaminare e verificare la sussistenza di «persecuzioni estese e generalizzate» che siano tali da superare la presunzione relativa di sicurezza che normalmente si ricollega alla designazione di Paese sicuro». «La Corte di Cassazione ha sancito che la magistratura debba valutare caso per caso dice al Giornale il sottosegretario al Ministero dell'Interno, Nicola Molteni -. L'ultima ordinanza parla chiaro: un Paese è sicuro anche se non lo è per alcune categorie. E sono quelli i casi che la magistratura deve valutare, mentre il Paese resta sicuro». Per Molteni «fa fede quanto deciso dalla Suprema Corte, e la Corte di Giustizia Europea non potrà che confermarlo, dando, dunque, ragione a questo governo. Se così non fosse, verrebbero meno il principio di rimpatrio e le procedure accelerate, che rappresentano misure di sicurezza e difesa dei confini dell'Italia e, di conseguenza, dell'Europa, misure previste nel nuovo Patto sulla migrazione e l'asilo. I dati di contrasto all'immigrazione clandestina ci danno ragione.

Abbiamo registrato un calo del 58% degli ingressi illegali, un -80% sulla rotta tunisina, abbiamo effettuato il 20% in più di rimpatri. L'Italia, baluardo di sicurezza dell'Europa, è tornata a essere protagonista del Mediterraneo».

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