Troppi selfie, via il camion di Genova

Tutti vogliono farsi una foto. I proprietari hanno deciso di restituirlo

Troppi selfie, via il camion di Genova

Milano Nel nostro immaginario è rimasto lassù, emblema della sciagura genovese alla vigilia di Ferragosto, quando il viadotto del ponte Morandi si è sbriciolato inghiottendo auto e tir. La ricordiamo tutti la scritta «Basko» - catena di supermercati liguri - sulla fiancata del mezzo verde e blu miracolosamente sospeso, ancora con il motore acceso, i tergicristalli in movimento e due terzi dei serbatoi pieni, a soli tre metri dal baratro e quindi a poche spanne dal dramma del crollo sul torrente Polcevera. Il camion, di proprietà della società «Damonte» che aveva in appalto il servizio di trasporto dei grandi magazzini di alimentari, era stato rimosso tre giorni dopo, il 17 agosto e ceduto a una società bergamasca di Dalmine, la «Italcar», molto nota in Lombardia per la compravendita di camion e tir. Parcheggiato nel cortile della ditta in attesa di un compratore, il mezzo ha scatenato da subito una vera e propria «febbre da selfie». E invece di volerlo acquistare, chi si avvicinava al camion voleva semplicemente fotografarlo o, meglio, farsi immortalare accanto al simbolo dell'apocalisse ligure.

«Non ce l'aspettavamo tanto interesse - spiegano alla Italcar -, siamo rimasti stupiti. Infastiditi? No, solo molto sorpresi: per noi era un camion come tanti altri, l'abbiamo ritirato e pulito, aspettavamo solo di venderlo».

Così a Dalmine non hanno fatto resistenza quando il gruppo «Sogegross» di Genova Bolzaneto, proprietario del marchio «Basko», ha deciso di riacquistare il mezzo per il suo valore simbolico e farlo tornare così «a casa», cioè in Liguria. «Lo abbiamo voluto riportare qui a Genova perché incarna la speranza dopo la tragedia - ha spiegato Lucia Bruzzone, capo relazioni esterne Sogegross -.

Non abbiamo ancora deciso come utilizzarlo, ma ci stiamo pensando».

Quel camion continuerà a ricordarci che bastano pochi secondi, pochi metri e tutto può cambiare, può finire. E che la vita ci sembra «domani» e invece è tutta «adesso».

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