Lo trovano impiccato: morto un bimbo di 9 anni. L'ombra della sfida social

Il piccolo aveva un corda stretta al collo. Ipotesi di suicidio. I pm sequestrano pc, tablet e cellulari

Lo trovano impiccato: morto un bimbo di 9 anni. L'ombra della sfida social

Una corda intorno al collo, il corpo inerme, senza vita del figlio di nove anni. L'incubo di trovarsi impotenti davanti al suicidio della persona che più si ama al mondo ieri si è materializzato nell'esistenza di una coppia di genitori di Bari.

Rientrando a casa ieri pomeriggio hanno trovato il bambino morto, probabilmente suicida. Ma questo è tutto da accertare e, se è vero che non ci sono gradi di disperazione davanti a un fatto simile, lo è altrettanto che il pensiero della coppia deve essersi fermato almeno per qualche secondo sulla tragedia che ha colpito una manciata di giorni il papà e la mamma di Antonella Sicomero, la bambina di dieci anni morta a Palermo con avvinghiata al collo mentre partecipava a una challenge su TikTok, una prova di resistenza assurda che provoca l'asfissia. E il dubbio deve essersi insinuato anche tra gli investigatori, che hanno sequestrato diversi oggetti del bambino suicida.

A lanciare l'allarme ieri pomeriggio sono stati i genitori della piccola vittima, che lo hanno travato immobile e cianotico. Immediati i soccorsi e la segnalazione al 118. Ma quando i sanitari sono giunti sul posto, non c'era più nulla da fare se non constatare la morte. Sul posto si sono precipitati gli agenti della sezione volanti e della squadra mobile cittadina, assieme al pubblico ministero di turno presso la procura di Bari, Angela Maria Morea, che ha disposto il sequestro di computer, tablet e telefoni cellulari presenti nell'abitazione della famiglia che vive nel rione San Girolamo. Del caso nelle prossime ore si potrebbe occupare anche la procura dei minorenni, ma tutto lascia propendere per il suicidio. Si vuole escludere, però, il reato di istigazione al suicidio. Le sfide sui social, sempre più frequenti, spaventano perché bambini ma anche adolescenti partecipano anche solo per sentirsi parte di un tutto. Ed è per allontanare ogni ulteriore sospetto che gli esperti della polizia passeranno al setaccio tutti i dispositivi tecnologici della piccola vittima, nel tentativo di ricostruire cosa abbia fatto o con chi possa essersi sentito o scritto nelle ore precedenti la sua morte. E con le dovute cautele nelle prossime ore potrebbero essere sentiti anche amichetti e compagni di classe del piccolo.

«Al momento non abbiamo elementi che colleghino questo episodio a giochi online, ma sicuramente c'è un problema con questi giochi che stanno circolando, da tempo ormai - dichiara il procuratore minorile di Bari Ferruccio De Salvatore -. Prima il Blue whale, poi Momo e adesso Tik Tok, possono essere molto rischiosi. Noi dobbiamo tener conto che con riferimento a determinate fasce di età lo spirito di emulazione è molto forte». «Il problema c'è ed è stato esasperato dalla pandemia - continua - molti giovani, soprattutto adolescenti, si sono rinchiusi in se stessi e sono diventati aggressivi. Sono aumentati i casi di cutting, cioè il taglio degli arti con lamette, e i tentativi di suicidi che coinvolgono fasce d'età sempre più basse».

Nel quartiere San Girolamo, quando si è diffusa la notizia, parenti e amici si sono stretti attorno alla famiglia colpita dal lutto. «È una tragedia immensa - racconta una conoscente della famiglia - pochi giorni fa l'ho visto, era sorridente, felice e ora non c'è più».

Nessuno riesce per ora a capire, a spiegare cosa possa aver portato il bambino verso quella morte, apparentemente inspiegabile, ma tutti vogliono escludere che qualcuno possa averlo condotto o spinto verso quella fine oscura.

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