In tutta la Spagna bocciato l'obbligo. Francia e Austria: ecco dove è usato

Stop pure in Galizia. Solo a Parigi e Vienna regole simili alle nostre. I danesi i più rigidi

In tutta la Spagna bocciato l'obbligo. Francia e Austria: ecco dove è usato

Bocciato l'obbligo di green pass in Spagna. Il tribunale della Galizia ha dichiarato non valido il requisito di possesso della certificazione verde per poter accedere a bar, ristoranti e locali notturni in alcune zone della regione: la misura «manca di validità perché non autorizzata dalla giustizia». Era rimasta l'ultima regione iberica con la misura ancora in vigore, dopo lo stop già arrivato dai giudici in Andalusia, Cantabria e Canarie, dove i governi regionali volevano imporre il certificato per legge. Il governo spagnolo aveva lasciato alle autorità regionali e locali la scelta se introdurre il green pass per accedere agli esercizi pubblici o meno. Così come in Germania che ha lasciato al discrezionalità ai Länder.

E nonostante le forti manifestazioni di piazza da ieri in Francia è scattata l'estensione dell'obbligo di green pass: servirà ora per entrare in bar e ristoranti (anche per sedersi all'aperto), treni e autobus a lunga percorrenza, cinema, teatri, ospedali e parrucchieri. Potrà essere richiesto in alcuni centri commerciali (con una superficie superiore a 20mila metri quadrati «quando le loro caratteristiche e i rischi di contagio lo giustificano»), nelle case di riposo, negli istituti medico-sociali e negli ospedali.

È considerato valido anche un tampone con esito negativo o un certificato di guarigione dal Covid. La Corte Costituzionale dopo i ricorsi aveva dato il via libera all'uso obbligato della certificazione, ma aveva bocciato invece l'isolamento obbligatorio per i positivi asintomatici. L'obbligo «dovrebbe consentire di avere altri 10 milioni di francesi vaccinati - ha detto il ministro della Salute, Olivier Vèran - dovrebbero essere evitati ulteriori misure di coprifuoco e confinamenti». Per chi si è vaccinato, il certificato è valido una settimana dopo la seconda dose di Pfizer, AstraZeneca e Moderna, una settimana dopo la prima dose nel caso di persone che sono guarite dal Covid e distanza di quattro settimane dopo la singola dose del vaccino Johnson&Johnson. Il governo ha rinviato al 30 agosto l'obbligo per i giovani di dai 12 ai 17 anni di presentare un certificato sanitario per accedere ai luoghi protetti. L'obiettivo di Parigi è raggiungere quota 50 milioni di vaccinati con almeno una dose entro agosto. Se già dal 21 luglio era diventato obbligatorio nei luoghi che possono ospitare più di 50 persone - dunque cinema, teatri e musei - ora quella soglia è caduta. Anche i dipendenti dei luoghi aperti al pubblico dovranno presentare il certificato sanitario per poter lavorare. Chi non rispetta l'obbligo può essere sospeso, ma senza conseguenze sullo stipendio. I vertici delle aziende rischiano invece una multa da mille a 9mila euro e un anno di reclusione se non controllano i propri dipendenti.

Nel resto d'Europa l'uso del green pass è a macchia di leopardo. Serve ovunque per spostarsi fuori dai confini nazionali, ma all'interno ogni Paese ha stabilito regole diverse. In Austria è richiesto al ristorante ma come in Italia, solo per cenare al chiuso, mentre in Portogallo serve anche per soggiornare negli hotel. In Olanda è necessario averlo solo per partecipare ai grandi eventi. In Grecia va esibito nei ristoranti che ammettono all'interno solo clienti con certificato vaccinale oppure con tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti se di tipo antigenico. In Romania il pass serve per accedere alle palestre e ai luoghi culturali.

In Croazia viene richiesto per i matrimoni: il numero di invitati consentito dipende da quanti sono in possesso del green pass. La Danimarca che è stata tra i primi Paesi a introdurlo, anche per andare dal parrucchiere, ha stabilito che nelle partite di calcio non si possa superare il limite dei duemila spettatori sprovvisti di green pass.

In Irlanda il certificato è richiesto solo per accedere alle sale interne di ristoranti e pub. In Ungheria va esibito invece solo per accedere alle strutture sanitarie, per assistere a competizioni sportive, oltre che a concerti ed eventi con più di 500 persone.

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