
Il mondo in guerra piange l'uomo della pace. Leader di ogni nazione, di ogni religione, di ideologia salutano in Bergoglio il testimone degli ultimi, che si è battuto per quella fratellanza alla quale molti di loro non sembrano credere granché.
Ognuno dei grandi del mondo ricorda quello che gli fa più comodo. E così mentre Vladimir Putin, presidente della Russia, assicura che Francesco «aveva un atteggiamento estremamente positivo nei confronti della Russia, posso dirlo con certezza», il suo nemico Volodymyr Zelensky afferma che «ha pregato per la pace in Ucraina e per gli ucraini. Piangiamo insieme ai cattolici e a tutti i cristiani che hanno cercato sostegno spirituale in Papa Francesco. Memoria eterna!». Quanto a Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, dopo un messaggio piuttosto freddo («Riposi in pace, possa Dio benedire lui e chi lo ha amato»), ordina le bandiere a mezz'asta in tutti gli edifici pubblici per «un brav'uomo» che «lavorava sodo». In serata su Truth annuncia: «Melania e io andremo al funerale di Papa Francesco. Non vediamo l'ora di esserci».
Naturalmente i messaggi più accorati arrivano dalla sua America Latina. Il presidente argentino Javier Milei dispone sette giorni di lutto nazionale ed è tra i primi ad annunciare che sarà a Roma per i funerali, e ricorda in particolare «la lotta instancabile di Papa Francesco per proteggere la vita, dal concepimento». Dall'altro lato della barricata ideologica il collega brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva pareggia il conto dei giorni di lutto ma punta sul fatto che Bergoglio aveva «la consapevolezza che siamo tutti uguali, che viviamo nella stessa casa, il nostro pianeta, che ha urgente bisogno delle nostre cure». E il presidente colombiano Gustavo Petro piange «un grande amico».
L'Europa risponde presente al coro dei rimpianti. Emmanuel Macron da Parigi (dove 88 rintocchi di campana scandiscono la memoria) nota che «da Buenos Aires a Roma, Papa Francesco ha voluto che la Chiesa portasse gioia e speranza ai più poveri». Da Berlino il cancelliere uscente Olaf Scholz piange «un difensore dei deboli» e quello in pectore Friedrich Merz ricorda «il suo instancabile impegno a favore dei più deboli della società, per la giustizia e la riconciliazione». Il premier spagnolo Pedro Sànchez evidenzia «il suo impegno per la pace, la giustizia sociale e i più vulnerabili lascia un'eredità profonda». Laconico Viktor Orbàn, premier ungherese: «Grazie di tutto Santo Padre. Arrivederci». Cordoglio anche nel Regno Unito, con re Carlo II («Sua Santità sarà ricordato per la sua compassione, la sua preoccupazione per l'unità della Chiesa e per il suo instancabile impegno per le cause comuni di tutti gli uomini di fede») e con il premier Keir Starmer («La sua leadership in un periodo complesso è stata coraggiosa, ma è sempre scaturita da una profonda umiltà»). La commissaria Ue Ursula von der Leyen assicura che Bergoglio «ha ispirato milioni di persone, ben oltre la Chiesa cattolica, con la sua umiltà e il suo amore puro per i meno fortunati». Mentre al presidente turco Recep Tayyip Erdogan piace citare Bergoglio come «un leader spirituale che ha dato importanza al dialogo tra i diversi gruppi religiosi e ha preso l'iniziativa di fronte alle tragedie umanitarie, in particolare la questione palestinese e il genocidio a Gaza». Il Bergoglio filo-palestinese è celebrato anche da Hamas (l'alto funzionario Bassem Naim pensa alla «sua ferma posizione contro la guerra e gli atti di genocidio perpetrati contro il nostro popolo a Gaza negli ultimi mesi») e da Teheran, con l'agenzia Irma a sottolineare come «nel suo messaggio di Pasqua il capo della Chiesa cattolica ha chiesto un cessate il fuoco a Gaza». Silenzio invece da Benjamin Netanyahu, premier israeliano.
Ci sono anche molti leader «in pensione» a ricordare il «loro» papa con compassione. L'ex cancelliera tedesca Angela Merkel parla di «un vero amico dell'umanità», «incrollabile nella sua preoccupazione per coloro che non potevano parlare per sé stessi».
Barack e Michelle Obama parlano di Francesco come di «uno dei pochi leader che ci spingeva a voler essere persone migliori» e Joe Biden dice qualcosa di simile: «Sarà ricordato come uno dei leader più influenti del nostro tempo e io sono una persona migliore per averlo conosciuto».
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