Ucraina, spunta un nuovo "fan" di Putin. Scontro dentro il M5S

La deputata M5S, Enrica Segneri, oggi è uscita allo scoperto e ha espresso tutti i suoi dubbi sull'appoggio all'Ucraina

Ucraina, spunta un nuovo "fan" di Putin. Scontro dentro il M5S

La Russia divide il M5S. La fronda filo-putiana si allarga dentro i Cinquestelle. Dopo Gabriele Lorenzoni, anche la deputata Enrica Segneri ha espresso i suoi dubbi sull'appoggio all'Ucraina.

La Segneri, nel corso della discussione sull'invio delle armi a Kiev, ha avuto uno scontro verbale con la collega Iolanda Di Stasio. "Provo un forte imbarazzo verso 'i pacifisti per la guerra' che ho sentito parlare in quest'aula e che si dovrebbero interrogare su quante vite umane si debbono ancora sacrificare per far sì che i 'pacifisti per la guerra' siano soddisfatti", ha dichiarato la Segneri che, proprio oggi aveva rilasciato un'intervista a La Stampa, in cui invitava il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a non collegarsi con l'Aula di Montecitorio. "Molti che qui dentro si professano cristiani, si dovrebbero ispirare alle parole del Papa sempre, non a intermittenza", ha concluso la grillina.

A quel punto, la collega Di Stasio è intervenuta "a nome del M5S" per prendere le distanze dalle sue parole in quanto la Segneri "ha detto delle inesattezze che non si possono lasciare passare". Inesattezze che alimentano "un dibattito molto pericoloso tra due fazioni diverse". La Di Stasio ha, dunque, subito stoppato ogni distinguo"perché c'è un popolo che ogni giorno sta subendo bombardamenti e noi non lo possiamo ignorare e non possiamo fare a meno di agire, davanti a questa situazione".

Gli altri grillini filo-Putin

La linea tracciata dai vetici del M5S, dunque, a differenza del passato, è chiaramente filo-atlantista. E, più passano i giorni e più si scoprono nuovi grillini ancora affascinati dalla Russia. Il primo è stato Vito Petrocelli, presidente della commissione Esteri del Senato, che ha votato contro la risoluzione del governo sull'Ucraina e ha deciso di non dimettersi.

Il secondo è il già citato Lorenzoni, che aveva mostrato dei dubbi su quanto avvenuto all'ospedale pediatrico di Mariupol. Riguardo a questo episodio, la Seregni, dalle pagine de La Stampa, non solo ha difeso il collega, ma ha spiegato che quello di Mariupol è un caso di pura "propaganda" sia da parte della Russia sia dell'Ucraina.

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