Ue vara il piano scorte. Col kit ridicolo

Riserve di cibo e farmaci in caso di guerra o crisi. E lo zaino per sopravvivere 72 ore

Ue vara il piano scorte. Col kit ridicolo
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Non succede (si spera) ma se succede (e si spera di no) meglio essere preparati. Del resto si può evitare di parlarne, si può far finta di niente o fingere che non sia vero, ma lo spettro della guerra aleggia sulle nostre teste da quando la Russia ha invaso l'Ucraina ormai tre anni fa. E allora, meglio essere pronti a ogni evenienza. Se la politica discute su come fare e già è scattata la corsa a un riarmo che sa di passato ma potrebbe servire a garantirci un futuro, ecco che la Commissione Ue presenta un piano per prepararsi, in caso di emergenza, al primo e più difficile momento: le 72 che seguono una crisi.

Non succede ma se succede, bisogna prepararsi a gestire l'emergenza. La Commissione Ue e l'Alta rappresentante Kaja Kallas hanno lanciato una strategia Ue ad hoc per rispondere «alle minacce emergenti, tra cui tensioni e conflitti geopolitici, minacce ibride e cybersecurity, manipolazione e interferenza di informazioni straniere, cambiamenti climatici e catastrofi naturali» in cui si invitano tutti i cittadini a fare «scorte essenziali per un minimo di 72 ore in caso di emergenza» non meglio precisata che, allo stato attuale, può significare qualsiasi cosa ma soprattutto la parola a cui tutti pensano e che nessuno vuole nemmeno pronunciare: guerra. Un tema dannatamente serio e preoccupante, anche se la recente esperienza (vedi pandemia) ha insegnato che prepararsi è sempre cosa buona. Un tema che però sfiora il farsesco, forse per alleggerire la tensione dell'affrontarlo, quando la commissaria per la gestione delle Crisi Hadja Lahbib mostra in video quale possa essere il perfetto kit di sopravvivenza in caso di emergenza. Lahbib mostra la sua borsa, che poi diventa zaino, e con tono ironico elenca i must have per sopravvivere ai primi tre giorni di caos. Occhiali, documenti in una busta impermeabile, una torcia, oppure fiammiferi e un accendino, acqua, un coltellino svizzero a 18 funzioni, farmaci, cibo e contanti («perché in certe condizioni la vostra carta di credito è solo un pezzo di plastica», dice), un caricatore e una power bank, carte da gioco per passare il tempo e una piccola radio per restare connessi con il mondo. Il tutto tra gag, battute e un tono ironico-trash probabilmente fuori contesto. Comunque tutto sommato meglio della collega romena Roxana Minzatu che in conferenza stampa ha candidamente ammesso di non essere minimamente preparata.

Tralasciando l'aspetto trash della comunicazione, in cui (chissà perché) la commissaria spiega tra l'altro di avere tutto il necessario per preparare una pasta alla puttanesca, il tema è molto molto serio. Nella comunicazione si legge che «in caso di interruzioni estreme e blackout, il periodo iniziale è il più critico», per questo la Commissione proporrà linee guida per tutti gli Stati membri per raggiungere un'autosufficienza della popolazione di almeno 72 ore ma non solo. Stoccaggio di forniture essenziali, pianificazione delle crisi, fornire la disponibilità di rifugi, approntare misure per garantire la disponibilità di terreno e spazi e altre misure per proteggere persone, animali e proprietà saranno illustrate a tutti gli Stati tramite campagne e attività mirate.

Oltre, ovviamente, a un piano di preparazione per servizi come ospedali, scuole, trasporti e telecomunicazioni con la proposta di costruire una piattaforma di coordinamento comune. Perché non succede, si spera. Ma se succede, c'è poco da ridere. E molto da fare. Ben più che prepararsi uno zainetto.

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