"Nessun contatto...". Conte chiuso in ufficio: con lui solo i fedelissimi

Il leader del Movimento 5 Stelle è in Senato per ascoltare il discorso del premier. La riunione in mattinata negli uffici del gruppo con Patuanelli e Castellone. Ma con Draghi nessun contatto

"Nessun contatto...". Conte chiuso in ufficio: con lui solo i fedelissimi

L’ultimo conclave del M5S prima del discorso del premier Mario Draghi, si svolge negli uffici della capogruppo Mariolina Castellone, dove il leader Giuseppe Conte si è barricato con la stessa presidente dei senatori grillini e il ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli. Il Movimento non ha ancora scoperto le carte e probabilmente ad essere rivelatore sarà proprio dal discorso della capogruppo in Aula a Palazzo Madama. Tra i punti in discussione c’è anche quello dell’ordine degli interventi, visto che ormai i gruppi di M5S e Lega si equivalgono in termini di numeri.

L'ex premier, secondo fonti informate dei fatti, dovrebbe rimanere in Senato per tutta l’intensa giornata politica. Patuanelli ha ribadito che per ora i parlamentari del M5S si limiteranno ad "ascoltare" ciò che dirà Draghi. Solo al termine del discorso potrà essere sciolta la riserva. Una versione confermata anche dai senatori pentastellati, come Gianluca Castaldi, fedelissimo di Conte. "Sentiamo cosa dice Draghi, poi ci riuniremo. E prenderemo una decisione", ha ripetuto il collega Andrea Cioffi intercettato dai cronisti al suo arrivo a Palazzo Madama.

Il senatore conferma che una decisione ancora non è stata presa: "Sentiamo quello che ha da dire il presidente del consiglio e anche la replica, perché la replica è importante. Se Draghi viene in aula, e ci dice che, fra tre giorni fa il salario minimo, tra una settimana sblocca i crediti del superbonus e interviene pesantemente sulle bollette, perché no?". "Chi doveva andarsene via se n'è già andato", replica sul rischio di una nuova scissione. Al momento non c’è stato nessun contatto con il premier, che ieri ha visto il leader del Pd, Enrico Letta, e, in serata, la delegazione del centrodestra.

Non è escluso, ovviamente, che Conte e Draghi si parlino nelle prossime ore, ma prima che il capo di Palazzo Chigi iniziasse a parlare in Aula non c’era stata alcuna interlocuzione. Il senatore Di Piazza è possibilista: "Se il premier apre alle nostre proposte difficilmente da noi potrebbe arrivare una risposta non positiva". Tra gli alleati del Pd le bocche sono cucite. Il dato chiaro che emerge anche in casa Dem, però, al netto delle polemiche sulle dichiarazioni della deputata Marianna Madia, che in un’intervista a Repubblica ha detto che con i pentastellati non può esserci nessuna “intesa futura”, è che il partito di Conte uscirà da questa vicenda con le ossa rotte.

Il Movimento, si mormora nei corridoi del Senato, è già "imploso".

Per questo, le valutazioni sul futuro del campo largo sono rimandate a data da destinarsi. Ora la priorità tra i Dem è che il governo Draghi vada avanti. Dati alla mano, i numeri ci sono. E la possibile scissione "governista" potrebbe fornire un assist in questo senso, se i contiani decidessero di staccarsi.

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