La situazione all'aeroporto di Kabul è fuori controllo, con migliaia di persone che tentano di entrare e i talebani che sparano sulla folla. Secondo l'inviato di Sky News di sarebbero almeno tre morti fuori dallo scalo.
La disperazione della gente è tangibile. Ci sono mamme che tentano di passare i loro figli ai soldati al di là del muro pur di metterli in salvo, gente accalcata che mostra i passaporti. Dall'altra parte gli uomini in divisa, che cercano di capire chi tra i tanti presenti abbia le credenziali per imbarcarsi. Ma è difficile lasciare là il resto degli afghani, perché anche chi non ha lavorato per la coalizione internazionale è a rischio. Kabul, d'altronde, resta l'unica città in cui c'è ancora la presenza dei militari di diversi Paesi, tra cui anche l'Italia, che ha una task force, la Joint Evacuation Task Force, con una sala operativa, rappresentanti diplomatici, forze speciali. In alcune foto si notano i carabinieri del Tuscania intenti a portare in salvo alcuni bambini. Anche se l'apertura o la chiusura dei varchi è decisa di volta in volta dagli Usa. Il portavoce del Pentagono John Kirby non ha escluso la possibilità che le truppe americane escano all'esterno del perimetro dello scalo per recuperare le persone da evacuare, visto il caos. I militari statunitensi sul posto sarebbero 5.200. In una nota l'ambasciata Usa ha invitato i cittadini americani «a non raggiungere l'aeroporto a causa dell'aggravarsi della situazione». Per questo si sta valutando l'intervento esterno. Intanto, le nostre Forze armate continuano a portare in Italia ex collaboratori, interpreti e le loro famiglie, ma con molta difficoltà, perché ognuno deve essere sottoposto a controlli puntuali, anche per l'antiterrorismo. Ieri a Fiumicino sono atterrati due voli, di cui uno con 195 persone. Tutti hanno volato su uno dei quattro C-130J messi a disposizione dalla 46esima Brigata aerea di Pisa e dai KC-767 del 14esimo stormo di Pratica di Mare. Al momento sono più di 2.100 i cittadini afghani tratti in salvo e 1.100 quelli trasferiti in Italia.
La Difesa ha messo in campo per l'operazione Aquila Omnia, pianificata e diretta dal Covi, Comando operativo di vertice interforze, comandato dal generale Luciano Portolano, 8 aerei e 1.500 militari. Un pilota del 14esimo stormo a bordo del Boeing dell'Aeronautica militare ieri ha raccontato: «Sul velivolo sono presenti molte famiglie, molte donne, molti bambini e nei loro occhi abbiamo intravisto la disperazione di lasciare le proprie case, il loro Paese, ma comprendono l'opportunità che gli viene fornita dall'Italia di trovare un futuro migliore, di trovare attraverso questo trasporto un nuovo inizio». Per poi sottolineare: «Negli occhi dei bambini abbiamo visto le difficoltà maggiori. Ci sono risultati i più spaesati. Nel nostro piccolo abbiamo cercato, dando loro dei piccoli giochi, delle caramelle e dei dolci, di alleviare le loro sofferenze e abbiamo anche riconosciuto una felicità nel vedere questi piccoli gesti. L'impegno che stiamo sostenendo - ha concluso - sin dal 15 agosto, quando è iniziato il ponte aereo da Kabul, è oneroso per tutto il personale, ma questo ci dà la forza di andare avanti per compiere la missione che ci è stata assegnata.
Non lasceremo nessuno indietro e porteremo tutto il personale in Italia. Daremo loro la speranza di un futuro migliore». Le operazioni di evacuazione del personale andranno avanti finché non saranno portati a casa tutti coloro che sono nelle liste italiane.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.