Musk, Milei, Ecr: Atreju motore della lega mondiale dei Conservatori

Sullo sfondo, la nuova prospettiva con cui si muove ormai da qualche anno Ecr, il partito dei Conservatori europei di cui Meloni è presidente

Meloni e Milei sul palco di Atreju a Roma
Meloni e Milei sul palco di Atreju a Roma
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Lo scorso anno era stato l'Atreju di Elon Musk e Rishi Suank. Il primo non era ancora ufficialmente l'ambasciatore globale del trumpismo, ma la strada intrapresa dal ceo di Tesla era già chiara. Mentre il secondo sedeva al numero 10 di Downing Street, primo ministro del Regno Unito e leader dei Tory. L'edizione di quest'anno ha invece accolto Javier Milei, presidente dell'Argentina con cui Giorgia Meloni ha una sintonia particolare e che ha un canale preferenziale con Donald Trump. Sullo sfondo, la nuova prospettiva con cui si muove ormai da qualche anno Ecr, il partito dei Conservatori europei di cui Meloni è presidente (ma proprio oggi passerà di fatto il testimone all'ex premier polacco Mateusz Morawiecki). Ecr non solo ha consolidato la sua presenza nelle istituzioni europee (con la vicepresidenza esecutiva della Commissione Ue a Raffaele Fitto) ma sempre di più si muove in una prospettiva extra-europea. Basti dire che lo scorso anno i due panel dedicati ai Conservatori guardavano entrambi dentro l'Europa, mentre quello che si è tenuto venerdì sera era tutto focalizzato sull'andare oltre l'Ue. Con ospiti non solo europei, come era accaduto lo scorso anno. La tavola rotonda organizzata da Antonio Giordano, deputato Fdi e segretario generale di Ecr, ha infatti visto sullo stesso palco il ministro Luca Ciriani insieme alla francese Marion Maréchal, l'inglese Martin Callan e la rumena Georgiana Teodorescu, in compagnia della deputata dell'Ucraina Olena Khomenko, dell'israeliano Ariel Bulshtein, responsabile internazionale di Likud, e del deputato del Partito repubblicano statunitense Gary Palmer. Che proprio qualche settimana fa Giordano ha incontrato al forum Idu che si è tenuto a Washington il 4 e 5 dicembre. L'International democracy union - fondato tra gli altri da Margaret Thatcher, George Bush, Jacques Chirac e Helmut Kohl - riunisce dal 1983 i partiti del centrodestra di tutto il mondo. E non è solo un ponte globale tra i diversi partiti conservatori, ma pure un canale di collegamento dentro l'area del centrodestra, tanto che - tra gli altri - vi aderiscono anche la Cdu e la Csu tedesca, il Pp spagnolo e Forza Ialia. Insomma, fa parte di quel percorso che Ecr ha già deciso di seguire al Parlamento europeo, con un progressivo avvicinamento al Ppe. Che non ha portato all'ingresso nella cosiddetta «maggioranza Ursula», ma ha comunque permesso ai Conservatori di ottenere non solo una delle sei vicepresidenze esecutive della Commissione ma pure una vicepresidenza del Parlamento Ue. Il tutto seguendo uno schema che in questa legislatura è destinato a ripetersi su dossier come immigrazione e green deal, su cui è inevitabile si torni a riproporre la cosiddetta «maggioranza Venezuela».

Insomma, i partiti conservatori cercano sempre più di creare connessioni a livello globale. Tanto che il repubblicano Palmer sottolinea la necessità di «rafforzare ed espandere le nostre alleanze» e «far crescere le nostre amicizie».

Parole che vanno nella direzione di quel progetto - certamente ambizioso - che affascina Milei, una sorta di lega mondiale dei Conservatori. Non è un caso che Giordano concluda il panel dicendo che «non si tratta solo di un'alleanza politica, ma di un progetto globale fondato sui valori di libertà e identità».

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