Alessandria In carcere si era radicalizzato e sempre nel carcere faceva propaganda per Al Qaeda, cercando di convincere i detenuti musulmani a sposare la causa del martirio in nome della jihad.
Incitava alla distruzione del Vaticano, al massacro degli ebrei e definiva Osama Bin Laden un «difensore dell'Islam». A porre fine alle sue prediche terroristiche, sono stati i carabinieri del Ros di Torino, che da tempo tenevano d'occhio l'imam di origini marocchine El Allam Bouchta, 42 anni, soprannominato Bush e residente vicino a Ivrea, considerato pericoloso e ora, a fine indagini, accusato di istigazione a delinquere finalizzata la terrorismo, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa.
Gli inquirenti hanno iniziato ad indagare su Bouchta da quando si trovava nel carcere San Michele di Alessandria, tra luglio 2020 e marzo 2021, dove faceva propaganda per Al Qaeda durante la preghiera del venerdì, esortando i fedeli di jihad ad armarsi contro i «miscredenti, invitandoli alla commissione di atti di martirio violenza contro le autorità italiane». Secondo l'accusa il religioso ha esaltato gli attentati terroristici, come quello commesso in Francia, dopo la riedizione delle vignette di Charlie Hebdo a settembre dell'anno scorso. Definiva gli ebrei «nemici giurati dell'Islam» e ne auspicava l'eliminazione.
Inoltre nelle intercettazioni telefoniche gli investigatori hanno scoperto che l'imam esprimeva la sua ammirazione per Osama Bin Laden e Mohammed Atta mentre il Vaticano era «Satana» e doveva saltare in aria. La sua rabbia si concentrava anche contro il tribunale di Torino, i cui magistrati avevano «osato», mandarlo in carcere nel 2015 perché considerato al vertice di una organizzazione specializzata nel traffico internazionale di stupefacenti tra Italia e Spagna. Parlava di affittare un camion e usare giubbotti esplosivi per colpirlo. Dopo il suo arresto ha incominciato a sostituirsi alle figure degli imam in tuttele carceri del Piemonte in cui è stato detenuto fino a quando ad Alessandria è diventato il referente per la preghiera del venerdì.
I Ros torinesi hanno perquisito anche le abitazioni di altri detenuti nel carcere di San Michele nel periodo in cui era carcerato l'imam e la casa di sua moglie, un'italiana di 50 anni, che vive in provincia di Torino e che è estranea all'indagine.
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