Il veicolo delle Nazioni Unite attaccato lunedì a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, in cui è morto un dipendente internazionale dell'organizzazione e un altro è rimasto ferito, si trovava in una «zona di combattimento attivo» e l'esercito non era stato informato del suo percorso. Lo ha detto un portavoce militare israeliano all'agenzia spagnola Efe. «Una prima indagine condotta indica che il veicolo è stato colpito in un'area dichiarata zona di combattimento attiva. Non eravamo a conoscenza del percorso sul veicolo», ha detto il portavoce. L'esercito ha confermato che quanto accaduto è «in fase di esame». A bordo del veicolo - che stava andando verso l'ospedale europeo e, secondo Hamas, era «chiaramente identificato» con le insegne dell'Onu - c'erano due dipendenti internazionali del team della sicurezza delle Nazioni Unite (la nazionalità non è stata ancora resa nota).
Human Rights Watch ha documentato in un rapporto diversi attacchi diretti contro convogli umanitari e camion per la consegna di cibo, in cui sono stati uccisi una trentina di operatori umanitari.
All'inizio di aprile, i militari israeliani hanno attaccato un convoglio dell'Ong World Central Kitchen, che distribuisce cibo e pasti preparati in luoghi devastati da guerre o disastri, uccidendo sette dei suoi lavoratori, sei dei quali stranieri. Sotto i bombardamenti a Gaza sono morti 250 impiegati Onu (quasi 190 dell'agenzia per i rifugiati palestinesi, Unrwa) ma quella di lunedì sarebbe la prima vittima straniera.
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