È la vera malattia del secolo: ne soffrono un miliardo e mezzo di persone nel mondo

Marco Palma

È la malattia del secolo: più del cancro, dell'epatite C, del diabete e delle malattie respiratorie. Di ipertensione soffrono in tutto il mondo oltre un miliardo e mezzo di persone: un esercito che arruola ogni anno milioni di malati, anche giovani, e in aumento tra le donne. L'organizzazione Mondiale della sanità la definisce una condizione dai principali problemi di salute pubblica: in Italia le ultime statistiche sanitarie parlano di oltre 15 milioni di ipertesi, molti dei quali non sanno di esserlo e i cui sintomi, spesso improvvisi, sono a volte mortali. E si sarebbero potuti evitare se solo si fosse fatta una corretta prevenzione, a cominciare da uno stile di vita che non provochi l'ictus, ma anche l'infarto, l'aneurisma delle coronarie e dell'aorta addominale. Per questo la giornata mondiale in favore della prevenzione e contro l'ipertensione che si celebra oggi ci ricorda che è possibile nelle strutture ospedaliere del Servizio Sanitario Nazionale controllare la propria pressione del sangue e dialogare, in caso di necessità, con gli specialisti. Controlli che però possono essere effettuati anche in tutta questa settimana.

«L'ipertensione è uno dei massimi fattori di rischio - ricorda al Giornale il professor Gianfranco Parati, ordinario di Medicina Cardiovascolare dell'Università di Milano Bicocca e tra i massimi esperti al mondo in questo campo -. Resta una delle principali cause di morte al mondo; è spessissimo sottovalutata perché quasi sempre non da sintomi se non forti mal di testa. Ma difficilmente si controllano con regolarità i valori della pressione del sangue. Nelle persone possono essere alti e siamo allora di fronte a un possibile danno estremamente grave alle arterie, al cuore, al cervello, ai reni. I fattori che provocano l'ipertensione possono essere genetici, ambientali, ma anche per una alimentazione non corretta, abuso di sale, obesità, fumo di sigaretta».

Vediamo la punta dell'iceberg ma il sommerso «è drammatico e spaventoso dice Parati perché molti ipertesi non sanno di esserlo e sottovalutano mal di testa, senso di palpitazioni, stanchezza. Non vanno dal proprio medico a controllare la pressione del sangue. L'ipertensione è quel killer silenzioso che si potrebbe molto spesso evitare e di conseguenza evitare un problema cardiovascolare acuto o la morte».

Oggi farmaci di ultima generazione e un corretto stile di vita possono migliorare sia la qualità che le aspettative di vita future dei malati, rispetto ad un recente passato. «Ma il controllo regolare della pressione resta fondamentale e davvero può salvare una vita». Per questo il professor Parati ricorda che «la giornata mondiale del 17 maggio è stata istituita per permettere a chi vuole il controllo gratuito della pressione nelle strutture ospedaliere di riferimento del Servizio Sanitario Nazionale, controlli che possono essere effettuati per comodità anche in tutta la settimana. Controllare la pressione vuol dire in molti casi salvare una vita».

Perché chi è iperteso non lo sa o non si cura a dovere: passato il disturbo si sente bene, sottovaluta i rischi, accetta

contro voglia una terapia di lunga durata e controlli periodici «o, peggio ancora, smette di prendere i farmaci prescritti dallo specialista. Diventa allora fondamentale l'informazione e il rapporto medico curante/paziente».

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